One Last Evangelion

Il 25 dicembre 2020, nonostante il Natale non sia una festa giapponese, lo studio Khara ha donato ai fan di Evangelion di tutto il mondo uno splendido regalo: il quarto trailer dell’attesissimo Shin Evangelion/Evangelion: 3.0+1.0 Thrice upon a time, capitolo finale della Nuova Versione Cinematografica di Evangelion. Dopo tre trailer di circa 30 secondi ciascuno, accompagnati dal sottofondo musicale Peaceful Times (choeur) di Shiro Sagisu, finalmente è stato rilasciato un trailer più lungo e ricco di novità.
Personalmente ho trovato il trailer magnifico, davvero meraviglioso e potente sotto tutti gli aspetti, dalle scene alle inquadrature, dalle atmosfere alla musica, soprattutto perché è riuscito a trasmettermi perfettamente un immaginifico e un caleidoscopio di emozioni da gran finale. Piuttosto che fare un’analisi frame per frame del trailer, come avevo fatto a luglio 2019 e a ottobre 2020, ho fin da subito deciso di godermi il momento senza pensarci troppo, questo principalmente per due motivi: innanzitutto per godermi le festività natalizie, in secondo luogo per non costruirmi ulteriori castelli in aria tramite ipotesi e speculazioni.
Al 23 gennaio 2021, data d’uscita di Shin Evangelion nelle sale giapponesi, manca ormai meno di un mese, e se siamo fortunati tra la primavera e l’autunno 2021 il film potrebbe arrivare in Italia. Adesso è come quel periodo di tempo che intercorre tra la preparazione dell’esame di maturità o della tesi di laurea e l’esame vero e proprio, un’intercapedine temporale che separa il prima e il dopo, nel nostro caso l’epoca pre-finale e l’epoca post-finale. L’attesa e l’entusiasmo che si respirano nel fandom sono densi e diffusi, dopo tanti anni dal terzo film quello che era visto come un traguardo lontano posto nel futuro si è stagliato imponente all’orizzonte e una volta raggiunto entrerà nel presente e poi diventerà passato. Una volta che avremo visto il film tutte le ipotesi e le teorie collasseranno, e rimarrà solo la conclusione ideata da Hideaki Anno, con tutto il suo potenziale immaginifico, i suoi contenuti e i suoi messaggi. Ciò non significa che il mistero e il significato interni alla scatola saranno chiari, ma almeno avranno una forma definitiva, e per noi sarà come essere davanti a un’opera d’arte consci del fatto che ormai quello che doveva succedere è successo.
Ed è questo il punto, Evangelion come grande narrazione fittizia raggiungerà il suo scopo dispiegandosi nel tempo e nella storia passando dal divenire all’assoluto, ma al contempo ci mostrerà che la fine non è altro che un nuovo inizio e che ciò che è importante non è solo il traguardo ma il percorso nella sua globalità, con mete sempre nuove che spingono al movimento, all’evoluzione e allo sviluppo continuo. In quest’ottica la fine di Evangelion come traguardo futuro che in questi anni ha contribuito a spingerci ad andare avanti, si trasformerà in un trampolino di lancio verso nuovi orizzonti.
Con questo insieme di pensieri in mente ho deciso di scrivere un ultimo articolo di getto, non qualcosa di studiato e dettagliato, non un’analisi approfondita e ricca di speculazioni, ma una sintesi finale di ciò che mi aspetto da Shin Evangelion, non nel senso di come vorrei che fosse, ma nel senso di ciò che -secondo me- potrebbe trattare.

One Last Kiss

Il trailer è accompagnato da un estratto di One Last Kiss, canzone inedita di Hikaru Utada che, come rivelato il 9 dicembre, sarà presente come tema musicale in Shin Evangelion.

初めてのルーブルは
なんてことは無かったわ
私だけのモナリザ
もうとっくに出会ってたから
初めてあなたを見た
あの日動き出した歯車
止められない喪失の予感

もういっぱいあるけど
もひとつ増やしましょう
Can you give me one last kiss?
忘れたくないこと
Oh, oh, oh, oh, woah, oh, oh, oh, woah
Oh, oh, oh, oh, 忘れたくないこと
Oh, oh, oh, oh, woah, oh, oh, oh, bom, bom
Oh, oh, oh, woah, I love you more than you’ll ever know
Oh

La prima volta al Louvre
non è stata niente di speciale
perché la mia Monna Lisa
l’avevo già incontrata
La prima volta che ti ho vista
gli ingranaggi hanno iniziato a muoversi
un presentimento di perdita inarrestabile

C’è molto di più
aggiungiamone ancora
Can you give me one last kiss? (Puoi darmi un ultimo bacio?)
Qualcosa che non voglio dimenticare
Oh, oh, oh, oh, woah, oh, oh, oh, woah
Oh, oh, oh, oh, qualcosa che non voglio dimenticare
Oh, oh, oh, oh, woah, oh, oh, bom, bom
Oh, oh, oh, woah, I love you more than you’ll ever know (Ti amo più di quanto tu possa mai sapere)
Oh

Dal testo notiamo subito che proprio come Beautiful World e Sakura Nagashi anche One Last Kiss parla di amore e perdita. Ora, non sapendo se e quali direttive ci sono state tra lo staff di Evangelion e Hikaru Utada, è difficile fare speculazioni approfondite, quindi mi limito a due considerazioni. A livello umano possiamo pensare a una canzone che parla di un uomo follemente innamorato di una donna e della paura di perderla, mentre a un livello più ampio possiamo pensare a un amore più generale e alla paura della fine di questo. In Evangelion possiamo pensare al legame che Shinji ha stretto con Rei nei primi due film del Rebuild, ma possiamo anche ricordare l’interesse del ragazzo per Asuka in Neon Genesis Evangelion, che però al momento non è stato esplicitato nella tetralogia cinematografica. Al contempo possiamo rivedere in questo brano l’amore di Anno per Evangelion, e poiché questo è il film conclusivo dopo ventisette anni di coinvolgimento personale, l’ultimo bacio e la perdita si possono riferire all’addio dell’autore nei confronti della sua opera più intima e importante. 

One Last World

Durante la visione di Evangelion: 3.0 lo spettatore si accorge ben presto che il mondo che circonda i personaggi non è più lo stesso, non solo per il netto distacco dallo scenario di Neon Genesis Evangelion, ma anche anche per il balzo in avanti verso dimensioni inesplorate rispetto alle novità presenti nei due precedenti film del Rebuild. Eppure, nonostante questo, Shinji e lo spettatore non hanno davvero modo di esplorare il nuovo mondo, lasciando quindi una sensazione di spaesamento e di vuoto. Ebbene, i trailer di Shin Evangelion sono riusciti con poche scene a farci entrare dentro a questa nuova realtà, costituita da città in rovina, paesaggi desolati, bunker sci-fi, cieli azzurri e al tramonto, letti a castello, luoghi metafisici e reminiscenze del passato.

Tentiamo quindi di ricomporre i pezzi, seppur in modo sintetico, per dare uno sguardo a grandi linee a quella che potrebbe essere la struttura del mondo e del film.

Immagini di apertura di AVANT 1 - La Torre Eiffel di Parigi
Immagini di apertura di AVANT 1 – La Torre Eiffel di Parigi

Stando all’anteprima AVANT 1 del 6 luglio 2019 il film dovrebbe iniziare a Parigi, città che ci ricorda l’inizio e la fine di Nadia – Il mistero della pietra azzurra e che in quanto sede dell’Esposizione Universale del 1889 è una delle sorgenti che ha contribuito a dare linfa vitale alla scienza e alla fantascienza, due delle fascinazioni di Anno. In questa parte il ritmo è frenetico, tra operazioni di decrittazione, scontri volanti tra Eva e tecnologie al confine con la magia, lasciando lo spettatore stordito da un susseguirsi di scene che nascondono una notevole quantità di spunti e informazioni codificati sia a livello verbale che visivo. Un ruolo fondamentale è dato al coraggio, alle esperienze e alla conoscenza del passato che ora, nel presente, si rivelano importanti per avanzare verso il futuro.

Asuka, Rei e Shinji camminano in un mondo dalle tinte scarlatte
Asuka, Rei e Shinji camminano in un mondo dalle tinte scarlatte

Nel trailer di luglio 2019 vediamo il gruppetto composto da Asuka, Rei e Shinji che avanza in un paesaggio scarlatto dall’atmosfera spettrale. Notiamo che Shinji è leggermente indietro rispetto alle ragazze e le segue ciondolante, evidentemente ha perso la forza di vivere. Tutto intorno è rosso a causa della barriera L e dell’L-field menzionati rispettivamente in Evangelion: 3.0 e nell’anteprima AVANT 1. Probabilmente questa scena fa parte dell’introduzione AVANT 2 di Shin Evangelion, così come altri scatti presenti nei trailer pubblicati a luglio 2019 e a ottobre 2020.

Mondo rosso vs Mondo azzurro
Mondo rosso vs Mondo azzurro

Nel trailer di Natale le prime due scene mostrano rispettivamente un gigantesco braccio rosso trasparente che sovrasta uno scenario desolato, e un luogo acquatico, forse un laghetto, al cui interno si notano subito dei pesci sulla sinistra. La contrapposizione tra queste immagini non è ovviamente casuale, poiché definisce rapidamente uno dei temi del film: il tentativo di ripristinare il mondo rosso inospitale per l’umanità in un luogo decontaminato vivibile. Tale questione non solo si riallaccia al confronto tra la Nerv e la Wille, ma ha le sue radici già in Evangelion: 2.0 quando Kaji porta i ragazzi al centro di ricerca dove avviene la salvaguardia degli animali marini estinti e dove l’acqua del mare viene riportata al suo stato originario. Inoltre da un punto di vista metaforico possiamo inquadrare l’intero palcoscenico come un mondo interiore, un animo con le sue parti oscure e le sue parti di luce, rappresentate rispettivamente dalle macerie e dalla vita che comunque va avanti.

Shinji in until You come to me
Shinji in until You come to me

Considerando il corto until You come to me come rivelatore di alcune scene che vedremo in Shin Evangelion, possiamo supporre che dopo aver camminato nel deserto scarlatto il gruppetto formato da Asuka, Rei e Shinji raggiungerà un luogo non colpito dall’L-field, una sorta di “Valle del Vento” tanto per citare Hayao Miyazaki, e potrà finalmente ricongiungersi con i Lilin.
La doppia figura di Shinji mostrata nel corto, oltre a specchiare tra loro Shin Evangelion e The End of Evangelion, ha dato origine a ipotesi interessanti, come quella del multiverso. In particolare Ilaria e Filippo di Distopia Evangelion hanno recentemente proposto in una live sul canale twitch di AnimeClick che nel Rebuild sia presente un universo tangente come nel film Donnie Darko. L’universo primario danneggiato nel momento in cui Shinji ha avviato il Third Impact in Evangelion: 2.0 avrebbe generato un secondo universo, i.e. l’universo tangente di Evangelion: 3.0 in cui la storia continua, e un loop che si fermerà solo quando tutto andrà come deve andare. Ricordando che i titoli internazionali dei primi tre film si possono leggere in due modi differenti, a seconda che si legga o meno il “NOT”, l’idea di almeno due universi paralleli è da tenere in seria considerazione.

Una sequenza di fotogrammi che ha catturato particolarmente la mia attenzione è quella formata dalle tre immagini seguenti.

Shin Evangelion vs Evangelion:1.0
Shin Evangelion vs Evangelion: 1.0

Un gruppetto di candidi uccelli si leva in volo, strizzando l’occhio alla scena all’inizio di Evangelion: 1.0 quando Shinji arriva a Neo-Tokyo 3 e vede una Rei evanescente in mezzo alla strada.

Shin Evangelion vs Evangelion:2.0
Shin Evangelion vs Evangelion: 2.0

Qualcuno sistema l’uniforme scolastica indossata da un’altra persona. Considerando la carnagione chiara di colei che indossa l’uniforme direi che si tratta di Rei, mentre il colore delle mani mi fa pensare a Shinji. Questo a una prima impressione, ma potrebbe trattarsi anche altri personaggi. Tale scena richiama alla mente Evangelion: 2.0, essendo questo il film dove la commedia scolastica trova uno spazio più ampio, grazie anche alle musiche de Le situazioni di Lui&Lei.

Shin Evangelion vs Evangelion:3.0
Shin Evangelion vs Evangelion: 3.0

Infine vediamo il pianoforte di Evangelion: 3.0 bagnato dalla pioggia. La bellezza di questa scena sta nella malinconia che trasmette, dopo che Shinji e Kaworu hanno duettato sotto il cielo soleggiato che illuminava le foglie dell’alberello posto nei pressi del piano, ora nessuna voce e nessuna nota echeggia in quel luogo. Appartiene al passato.
Al di là dell’aspetto citazionistico, queste immagini mi hanno colpito per due motivi principali. Il primo è il loro richiamare i tre film precedenti attraverso Shin Evangelion, sottolineando quindi la natura di quest’ultimo film come summa, o punto di convergenza di ciò che abbiamo visto nelle pellicole precedenti. In secondo luogo ho pensato a ripetizioni significative che potrebbero ripresentarsi nel mondo del Rebuild nei modi più disparati, dalla sincronicità fino ad arrivare al loop e al multiverso.

Misato e Ritsuko
Misato e Ritsuko

Nella scena che vede protagoniste Misato e Ritsuko possiamo dare uno sguardo più ampio al misterioso luogo dalle sfumature violacee che si vede nel trailer di ottobre. Ho ipotizzato che Misato sia davanti al MAGI Achiral, e quindi gli oggetti circostanti sarebbero i cabinet del supercomputer, tuttavia considerando la dimensione del luogo non sono sicuro al 100% che questa sia l’opzione migliore. Però sono contento di aver intuito correttamente che Misato sarebbe andata insieme a Ritsuko, citando quindi l’episodio 13 della serie TV.
Un’idea affascinante proposta da Claudio Ulivi è che il luogo sia un bunker che conserva sementi e campioni genetici di tutte le specie viventi del mondo, tale ipotesi richiama chiaramente l’episodio biblico dell’arca di Noè già citato in The End of Evangelion. Considerando le notevoli dimensioni della sala è anche difficile dire se si trovi all’interno della Wunder o se sia altrove.
In ogni caso possiamo ragionevolmente dire che tale scena faccia parte del primo tempo del film, poiché fa pensare a un momento di preparazione che precede la battaglia finale tra la Wille e la Nerv.

Asuka
Asuka

In questo bellissimo fotogramma del trailer natalizio vediamo Asuka in piedi su una sorta di torre di osservazione dotata di parabole. Notiamo che Asuka indossa la felpa già vista nel terzo film. Potrebbe essere una scena che si verifica durante il cammino dei ragazzi, ad esempio Asuka sale sulla torre per osservare la zona circostante o per farsi notare da qualcuno che sta andando a recuperarli, oppure potrebbe essere una scena che avviene alla base della Wille o più in generale nel luogo che i Lilin sopravvissuti hanno creato come rifugio.

Shinji
Shinji

Probabilmente è sempre nella prima parte del film che vedremo Shinji all’interno della stanza a lui riservata dalla Wille, mentre guarda il suo irriducibile SDAT che ReiQ ha raccolto dopo la fine di Evangelion: 3.0.

Gendo e l'Eva-13
Gendo e l’Eva-13
Fuyutsuki e Rei
Fuyutsuki e Rei

Stando al trailer 2019, parallelamente ai momenti dedicati alla Wille vedremo Gendo e Fuyutsuki alla Nerv intenti a posizionare sulla scacchiera le ultime pedine necessarie per i loro piani. Gendo, con l’Eva-13 e la Chiave di Nabucodonosor dalla sua parte, si preparerà ad avviare il Final Impact, mentre Fuyutsuki ostacolerà l’offensiva della Wille. Un colpo di scena intrigante proposto da Reichu è il tradimento di Fuyutsuki ai danni di Gendo, eventualità che accadrebbe a causa di obiettivi divergenti. Un indizio in questa direzione sarebbe la foto di Yui e Shinji che Fuyutsuki ha custodito: l’assenza di Gendo indicherebbe infatti le differenze di vedute tra i due, mentre Yui incarnerebbe i desideri romantici e intellettuali dell’anziano vicecomandante.
Per quanto riguarda Rei è difficile fare ipotesi dettagliate sinteticamente, quindi mi limiterò a delle considerazioni sotto forma di domande. Innanzitutto chi è la Rei davanti a Fuyutsuki? Si tratta dell’ennesimo clone? Oppure la Nerv ha recuperato ReiQ? O forse si tratta dell’originale citato da Mari in Evangelion: 3.0? O ancora, la Nerv ha recuperato Rei2.0? Non ne ho idea, l’importante è evidenziare che anche nel gran finale Rei avrà un ruolo importante per la Nerv, che sia relegato al pilotaggio degli Eva o che sia relativo al Final Impact.

Hyuga e Aoba
Hyuga e Aoba

Uno dei momenti più emozionanti del nuovo trailer è sicuramente il fist bump tra Hyuga e Aoba, non solo perché è un simbolo di amicizia, ma soprattutto perché in modo molto semplice e spontaneo trasmette sensazioni di coraggio, affetto, buona fortuna e perdita. La differenza rispetto al freddo “arrivederci” che Rei dice a Shinji in Evangelion: 1.0 si sente tutta, la battaglia finale sta per iniziare e il saluto giovanile tra i due operatori della Wille sembra anche un saluto che il film rivolge ai fan al di là della quarta parete. 

Asuka e Mari
Asuka e Mari

Tale sensazione da “quiete prima della tempesta” si respira anche nella scena che mostra Asuka e Mari nella loro stanza, intente a indossare le nuove plugsuit in vista della battaglia finale contro la Nerv. Nel nuovo trailer vediamo le due ragazze in condizioni di microgravità che come delle astronaute si dirigono verso due condotti, i quali, probabilmente, portano agli hangar dove si trovano i loro Eva. L’inquadratura è così bella, al di là dell’ipnotico fan service, perché fa davvero sentire lo spettatore immerso nella scena, come se fosse davvero presente in prima persona. Mi ha ricordato la scena di surf nel finale di Ride your wave, in cui attraverso un’inquadratura in prima persona lo spettatore si sente nella blue room dell’onda.

Mark.10 vs Wunder
Mark.10 vs Wunder

A questo punto provare a ordinare le scene in modo cronologico diventa sempre più difficile, ma è molto probabile che ci troviamo nella parte C del film. La sequenza che vi propongo è del tutto arbitraria, e gli eventi potrebbero verificarsi in modo molto diverso. Comunque sia, dal trailer di ottobre sappiamo che la Wunder viene ostacolata dal Mark.10, probabilmente un vaso di Adams come il Mark.09 pilotato da ReiQ nel terzo film. Vedremo anche le unità 11 e 12? Chissà.

L’attacco degli Eva-08 γ-ICC e N-Eva-02α verso la porta del Guf

Come abbiamo visto nei film precedenti la microgravità è un segnale che il vortice del Guf è aperto, e Asuka e Mari a bordo dei loro Eva si lanciano a capofitto verso il gigantesco portale a bordo di due portaerei, ricordando palesemente i finali di GunBuster e DieBuster.

Asuka in azione
Asuka in azione

Asuka a bordo dell’N-Eva-02α affronta un numero indefinito di strane unità Eva, la cui identità mi è ignota. Unità 11 e 12? Notiamo che il combattimento mostrato nel trailer ricalca alcune scene della battaglia tra Mari e gli Eva-44A vista in AVANT 1.

Wunder vs Evil-Wunder
Wunder vs Evil-Wunder

In una bellissima inquadratura a campo lunghissimo vediamo la Wunder che insegue la nave della Nerv volando su un mare di bozzoli di occultamento. Notiamo in particolare che l’orizzonte tra il cielo e il mare è un sottile alone arcobaleno, quindi possiamo supporre che sia la luce proveniente dal Guf.

Wunder vs Failure of Infinity
Wunder vs Failure of Infinity

Il caos diventa assoluto e uno sciame sterminato di Failure of Infinity si muove in modo caotico nello scenario, mentre la Wunder e la “Evil-Wunder” continuano ad affrontarsi.

Misato, Midori e Ritsuko
Misato, Midori e Ritsuko

Una sequenza contigua del quarto trailer mostra Misato che si stringe il braccio con la fascia azzurra insanguinata, Midori con un’espressione pazza sul volto e Ritsuko preoccupata che urla qualcosa. Gianluca Gualandris ha suggerito un conflitto a fuoco tra Misato e Gendo, dove i due si feriscono a vicenda, la prima al braccio e il secondo al visore. Un’altra ipotesi è stata avanzata da Joseki di EvaGeeks, secondo cui Misato è disposta a far salire Shinji a bordo dell’Eva-01, ma Midori in preda al panico spara e la ferisce, provocando la reazione allarmata di Ritsuko.

Shinji e Gendo
Shinji e Gendo

Ma il vero protagonista di questo lungo trailer è Shinji. Nei tre video precedenti il protagonista è apparso pochissimo, evidentemente perché la Khara voleva mantenere il riserbo su di lui e sulle sue azioni. Ora, dopo averlo visto avanzare lentamente nel mondo distrutto, sotto il peso dei suoi errori e delle brutali esperienze vissute, e dopo averlo visto chiuso in stanze misteriose, vediamo Shinji con un’espressione determinata sul volto in una sequenza senza soluzione di continuità che vede presente anche Gendo. Ci sarà il tanto atteso confronto tra padre e figlio?

Shin Evangelion vs Nadia
Shin Evangelion vs Nadia

L’utente GhostlyOcam di EvaGeeks ha notato dei parallelismi fantastici con il finale di Nadia:
* Shinji come Jean sarà determinato a intervenire per salvare tutti;
* Gendo come Gargoyle sarà ferito e la sua reale natura sarà svelata, è davvero il Re dei Lilin?
* Rei come Nadia avrà un ruolo fondamentale per il protagonista, e così come Nadia è la principessa di Atlantide, Rei mostrerà il suo legame con Lilith;
* Misato come Nemo sarà ferita e rischierà di morire;
* Ritsuko come Elettra si preoccuperà per la sorte di Misato/Nemo.

Eva-13 vs Eva-01
Eva-13 vs Eva-01

A questo punto il trailer natalizio ci mostra l’Eva-13 e l’Eva-01, armati rispettivamente di lancia di Longinus e lancia di Cassius, che si affrontano in una città (probabilmente Neo-Tokyo 3 per via delle torri solari) sotto il cielo azzurro. What? Secondo me questo è un assaggio della parte D di Shin Evangelion, la quale, come rivelato in occasione del venticinquesimo anniversario di Neon Genesis Evangelion, durerà ben 41 minuti!
La mia idea circa la struttura dell’ultimo film è sempre stata di questo tipo: introduzione dedicata al vagabondaggio di Shinji, Asuka e Rei; focus sulla Wille e sui Lilin sopravvissuti; sbirciatina agli affari di Gendo e Fuyutsuki; battaglia finale e Final Impact; eventi misteriosi che si verificano dopo aver fatto qualcosa nel Guf; scelta di Shinji; risoluzione ed epilogo.
Facendo un confronto con i dati che abbiamo a disposizione possiamo ipotizzare in modo ragionevole che lo scontro tra l’Eva-13 e l’Eva-01 faccia parte degli eventi misteriosi, e chissà quante altre cose capiteranno considerando la durata della parte D!
Su questa scena possiamo fare alcune osservazioni. Innanzitutto notiamo che la luce atmosferica varia, in alcuni fotogrammi vediamo l’Eva-13 e Shinji in uno scenario al tramonto, mentre nella battaglia a colpi di lance il cielo è azzurro. Questo mi porta a pensare ad almeno tre possibilità: la battaglia dura moltissimo; ci sono più scontri tra i due Eva che avvengono in “tempi” e “luoghi” differenti; lo scenario muta durante il combattimento, come in uno spettacolo teatrale.
Dal punto di vista delle citazioni Marcello Fiano ha notato che lo scontro tra i due Eva prende spunto dagli scontri tokusatsu di Ultraman, e ciò non ci deve stupire dato che Anno è un grandissimo fan di questa serie, tanto da aver girato un corto da giovane intitolato Return of Ultraman, mentre attualmente è impegnato nella realizzazione di Shin Ultraman. Inoltre già il finale di Evangelion: 2.0, in cui Shinji si risveglia e salva Rei dal decimo Angelo, prende spudoratamente spunto da Ultraman.

Un’altra considerazione da fare riguarda il pilota: chi c’è a bordo dell’Eva-13? Personalmente ho sempre pensato che Gendo avrebbe usato la Chiave di Nabucodonosor per unirsi all’Eva-13 risvegliato, in modo tale da usarlo per controllare il Final Impact, tuttavia la Chiave potrebbe avere anche uno scopo diverso e quindi Gendo potrebbe avere un altro obiettivo e un altro ruolo, ben al di sopra del mero combattimento. Ivan Ricci ha ipotizzato uno scontro tra due Shinji appartenenti a realtà differenti, uno “bianco” con indosso la plugsuit chiara dei primi due film, e uno “nero” con indosso la plugsuit scura del terzo lungometraggio, e ciò fungerebbe da metafora per la battaglia interiore contro se stessi. Un’altra ipotesi è stata avanzata su EvaGeeks e vede Kaworu come pilota dell’Eva-13, questo per via di alcune somiglianze a livello visivo tra le sue movenze e quelle del mecha. In tal caso Shinji affronterebbe il suo Sé ideale, colui che sembra perfetto e che gli promette una felicità assoluta che però nella realtà è infattibile senza scendere a compromessi.

Shinji con gli occhi viola
Shinji con gli occhi viola

Il colore blu degli occhi di Shinji si mescola al colore rosso manifestato durante il risveglio avvenuto in Evangelion: 2.0 ed ecco che si ottiene il viola, tra l’altro lo stesso colore dell’Eva-01. Ciò potrebbe significare che Shinji riuscirà a controllare i suoi poteri divini, in modo tale da usarli in modo equilibrato senza mandare tutto in malora.

Bambina misteriosa
Bambina misteriosa

Questo fotogramma è un punto interrogativo. Chi è? Dov’è? Quand’è? Perché?
Dalla frangetta, dal colore dei capelli e dagli occhi, direi che Asuka è l’opzione più semplice, tuttavia possiamo esserne sicuri? Qual è il contesto? Potrebbe essere un flashback, e considerando che Asuka ha vissuto in Europa, si è laureata ed è diventata un pilota di Eva, non è peregrino supporre che la scena mostri il periodo della sua infanzia, magari una vacanza in Francia che l’ha portata a visitare il Louvre, cosa che spiegherebbe la sciarpa blu, bianca e rossa e lo zainetto che fa tanto turista. Però dato che Asuka è nata dopo il Second Impact, ed il mondo post-disastro è bloccato nell’eterna estate, come si spiegano gli abiti invernali e le nuvolette di condensa causate dal respiro? A questo punto l’idea del flashback in Francia risulta difficile da supportare, ma se ipotizzassimo un flashback in un luogo molto freddo? Un luogo isolato dove magari sono stati condotti degli esperimenti e dove Asuka ha trascorso una parte della sua infanzia. Vista in questi termini la cosa avrebbe più senso e si ricollegherebbe a un’idea che avevo espresso nell’articolo dedicato ai Children circa l’infanzia di Asuka in un laboratorio, ciò spiegherebbe il suo senso di isolamento e il suo ripetersi di essere speciale, inoltre ciò andrebbe a braccetto con la foto che vede Shinji da piccolo insieme a Yui in un laboratorio.
Alternative più speculative sono ovviamente il loop e il multiverso, per cui la bambina nel fotogramma sarebbe la Asuka di un altro tempo o addirittura di un’altra realtà.
Ma al di là di ciò, la cosa importante secondo me di questo frame è che ci permette di ipotizzare che durante la parte D ci saranno flashback o comunque delle esperienze che smuoveranno Shinji e lo aiuteranno a scegliere. In altre parole, così come in Neon Genesis Evangelion e in The End of Evangelion Shinji decide cosa fare dopo una lunga serie di flussi di coscienza in cui entra in contatto con se stesso e con gli altri, penso che nel secondo tempo di Shin Evangelion Shinji entrerà in contatto con delle realtà più o meno concrete, che smuoveranno la sua consapevolezza dall’abisso in cui si è bloccata, e lo aiuteranno a comprendere qual è la soluzione del suo problema.

Rei e Kaworu
Rei e Kaworu

Bene, siamo arrivati alla conclusione di questo paragrafo. Abbiamo visto come i vari fotogrammi possono avere un senso cronologico all’interno delle varie parti del film. Ora, per quest’ultima immagine ho messo insieme Rei e Kaworu del The End of Evangelion ai loro omologhi mostrati nei trailer di Shin Evangelion. Notiamo che il gradiente di colore degli sfondi delle due immagini superiori è simile, quindi Rei e Kaworu potrebbero essere nello stesso luogo. L’assenza di uno sfondo mi fa pensare a una dimensione metafisica interna al Guf, motivo per cui ho fatto il parallelismo con la scena del dialogo nel Mare di LCL di The End of Evangelion. Se l’intuizione è corretta allora Shinji incontrerà Rei e Kaworu in una dimensione suprema che trascende lo spazio-tempo, e dirà loro qual è la decisione finale che ha preso.
Notiamo infine che il fotogramma di Rei corrisponde a quello usato per l’album One Last Kiss di Hikaru Utada, e ciò corrobora l’idea che la terza persona presente nella scena sia proprio Shinji. E guardando la sua espressione serena non possiamo fare altro che sorridere anche noi.

One Last Kiss
One Last Kiss

Dopo tutte le emozioni che il film è in grado di suscitare, il sorriso finale di Shinji significa forse che la fine di Evangelion sarà positiva? Poiché questo nuovo atto finale deve “portare la speranza”, come indicato dalla preview alla fine di Evangelion: 3.0 e come stabilito fin dal 2006, è probabile non dico un lieto fine fiabesco (happily ever after) ma almeno un finale che ci permei di una sensazione equilibrata e serena, un sospiro di sollievo direi, o un respiro a pieni polmoni, una sensazione da cui scaturisce una rinnovata voglia di andare avanti, un passo dopo l’altro. L’atmosfera che ho in mente riprende parzialmente quella del finale del manga Nausicaä della Valle del Vento, una conclusione in equilibrio tra luce e oscurità, al cui centro si trovano il desiderio e la volontà di vivere. Probabilmente l’ultimo mondo scelto da Shinji non sarà il mondo perfetto, ma tramite l’ultima consapevolezza che si accenderà in lui tale realtà sarà abbracciata con un sorriso sereno.

One Last Reason

Tutto molto bello, ma qual è l’essenza di Evangelion – Nuova Versione Cinematografica? Qual è la sua ragion d’essere? Se nella serie TV e in The End of Evangelion i traumi dei personaggi, le loro angosce, le loro relazioni e i loro flussi di coscienza rappresentano il nucleo della storia, cosa possiamo dire per il Rebuild? I personaggi non hanno un approfondimento psicologico paragonabile a quello della serie originale, la trama è ancora più complessa perché le informazioni sono più dense e sono codificate a un livello più visivo che verbale, quindi qual è il punto? Secondo me il punto è che il Rebuild dev’essere inteso come la continuazione metatestuale del percorso artistico e del percorso di vita di Anno, e perciò, più che la trama e i personaggi, il nucleo contenutistico sarà formato dal meta-problema intorno a cui la vicenda e i personaggi ruotano e dalla meta-soluzione di questo. Come abbiamo visto nel secondo paragrafo la corposa parte D del film custodisce l’essenza profonda del Rebuild, e dunque solo questa potrà finalmente rispondere ai nostri dubbi. Possiamo però provare a delineare una linea guida a priori, ripercorrendo rapidamente alcune considerazioni che ho già fatto in altri articoli e che qui rivedremo schematicamente, d’altronde il senso stesso di questo articolo è l’essere una sintesi di forma e contenuti.

Qual è il problema che tormenta maggiormente Shinji, e quindi Anno, nel finale della serie di Evangelion?

In prima battuta il problema che viene in mente è il difficile rapporto con l’alterità, magnificamente esemplificato mediante il dilemma del porcospino. Tale blocco viene risolto immergendo Shinji e lo spettatore in un mondo privo di alterità, nel finale TV è la stanza chiusa in cui Shinji si rifugia, ovvero il suo stesso animo, nel finale cinematografico è il Mare di LCL, il luogo in cui tutte le cose sono un unicum privo di differenze. Se da una parte Anno mostra il lato positivo di questa “soluzione”, cioè la capacità di rasserenare l’animo, dall’altra a essa affianca il lato negativo, ovvero la perdita della percezione di sé e l’incapacità di provare emozioni. In entrambi i finali Shinji si rende conto di questi problemi, ritiene quindi che il prezzo da pagare sia troppo alto e decide di rifiutare la fuga. L’accettazione dell’alterità avviene quindi attraverso due passaggi: in primo luogo Shinji capisce che il dialogo tra il mondo interno e quello esterno è importante per avere un’immagine di sé, in secondo luogo le emozioni sincere vissute nelle relazioni con le altre persone accendono in Shinji il desiderio di rincontrarle. A questo punto la forza dell’immaginazione e la possibilità di cambiare punto di vista forniscono a Shinji un criterio, ovvero un metodo, per tentare di vivere nel mondo.

SHINJI: Io posso esistere finché esistono le altre persone, non è così? Da solo io non sarei che ovunque e comunque solo. L’intero mondo sarebbe soltanto me.
SHINJI: Voglio incontrarli ancora una volta (le persone), perché credo che i miei sentimenti di allora fossero sinceri.
REI: Pertanto devi ritrovare il tuo Io perduto con le tue sole forze, anche se significasse smarrire le tue parole o anche venire sommerso dalle parole degli altri.
SHINJI: Il mio io attuale non è il mio io assoluto. Possono esistere molti me stessi! Può esistere anche un me stesso che non è un pilota di Eva!

Il mio io attuale non è il mio io assoluto.

Tutto risolto? No. C’è un disagio più intimo che tormenta Shinji e Anno: l’odio per se stessi. Questo è il problema principale del protagonista e dell’autore di Evangelion.

SHINJI: Però, io mi odio.
REI: Le persone che odiano se stesse non sono in grado di amare né di credere nel loro prossimo.
SHINJI: Io sono un vigliacco, un codardo, un vile, un debole.
MISATO: Conoscendo se stessi si può essere gentili, non è così?
SHINJI: Io, mi odio.
SHINJI e ASUKA: Però, forse potrei riuscire a piacermi.
SHINJI: Forse potrei riuscire a esistere. Ma certo! Io non sono altro che io. Io sono io. Voglio essere io. Io voglio stare qui! Per me è possibile esistere!

SHINJI: Non ho ancora compreso dove sia la felicità. Tuttavia, resterò qui… e continuerò a chiedermi perché sono nato. Ma non posso fare altro che constatare l’ovvio più e più volte. Perché io sono io.

Anche se odio me stesso, io voglio restare qui, voglio vivere nel mondo, e forse pian piano potrei riuscire a piacermi. Attraverso questo desiderio di vita e grazie al criterio dei molteplici punti di vista Anno e Shinji scelgono di tornare nel mondo. Tuttavia, come afferma il proverbio: «tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare». E infatti, sebbene il finale TV e quello cinematografico siano due lati della stessa medaglia, poiché in entrambi Shinji rifiuta la fuga e sceglie di vivere nel mondo, ciascuno di essi ha un’atmosfera diversa: in Neon Genesis Evangelion il cielo è azzurro, Shinji sorride e intorno a lui ci sono persone che gli fanno le congratulazioni, viceversa in The End of Evangelion è notte, il mondo è distrutto e Shinji piange vicino ad Asuka. Mettendo insieme le due conclusioni, fatte rispettivamente di speranza e disperazione, Anno ci dice che non si cambia dall’oggi al domani, ma non si può imparare a stare nella realtà se non vivendo attivamente in essa. Non ci sono altri metodi o scorciatoie. Questo è quello che Evangelion cerca in tutti i modi di dire.
I secondi titoli degli episodi 26 e 26’, cioè quelli in lingua inglese, sono quanto mai adatti nel riuscire a condensare il nucleo del messaggio di Anno in poche parole: Take care of yourself e I need you. Conoscersi e prendersi cura di Sé dovrebbero controbilanciare l’odio personale, mentre l’accettazione dell’alterità come elemento necessario permetterebbe all’individuo di avere un’immagine di sé e di sperimentare emozioni.

Shinji NGE vs Shinji EoE

Nel documentario Bentornato per una lezione extracurricolare, Maestro Anno! trasmesso nel 1999 dalla NHK, e adattato in italiano da Distopia Evangelion nel 2016, Hideaki Anno ha rivelato chiaramente il proprio malessere personale.

ANNO: Non mi piaccio molto. Mi dicono spesso che le persone che non si piacciono si pongono alte aspettative su se stesse, ma io credo che le persone che lo dicono non capiscano davvero quanto sia doloroso.

Quanto è doloroso dover convivere continuamente con se stessi quando si prova disagio per la propria mente e per il proprio corpo?

Il malessere interiore di Hideaki Anno
Il malessere interiore di Hideaki Anno

Ma da cosa dipende l’odio verso se stessi? Difficile dirlo, poiché il disagio potrebbe emergere come risposta a un groviglio complesso di molteplici cause. Possiamo considerare capacità ricettive, dinamiche di pensiero, meccanismi di difesa, comportamenti automatici, blocchi psicologici, mancanza di capacità, conoscenze e competenze, e molto altro. Insomma, ridurre la problematica a pochi elementi è impossibile. Usando le parole che Anno ha rilasciato in un’intervista del 2012 possiamo dire che: «gli esseri umani non cambiano velocemente.»
Conoscere se stessi, cambiare e apprezzarsi non sono cose che si fanno dall’oggi al domani. Ciò significa che nel tempo si può ricadere negli stessi errori, si possono accumulare colpe e rimpianti, si possono intraprendere percorsi sbagliati e così via. In altre parole, proprio ciò che Anno ha detto nel 2006 circa il progetto Rebuild.

Eva è una storia che si ripete.
È la storia di un protagonista che, malgrado la reiterazione delle stesse esperienze, si rialza costantemente.
È una storia di un tentativo, quello di avanzare, di procedere almeno solo di un passo.
È la storia della risoluzione, della volontà di stare insieme agli altri anche se si è bloccati dalla paura di toccare il prossimo, al costo di sopportare una vaga solitudine.

A questo punto è davvero molto probabile che il meta-problema che caratterizza il Rebuild sia intimamente connesso alla reiterazione di pensieri e comportamenti controproducenti, alla ripetizione di errori e all’accumulo di colpe e rimpianti. Dunque il meta-problema in quanto tale sarebbe il desiderio di risolvere questi “bagagli negativi” riprovando da capo, oppure cancellandoli con un colpo di spugna per mettere al loro posto un presente ad hoc.
Tramite la fantascienza si possono immaginare vari modi per rappresentare tale desiderio di riprovare, e nell’articolo di marzo 2020 abbiamo visto nel dettaglio come il karmaloop, il timeloop e il multiverso siano candidati adatti a questo scopo. Inoltre, nel paragrafo precedente abbiamo visto che il mondo distrutto da Shinji si può vedere come una metafora del suo stesso mondo interiore colpito da innumerevoli fallimenti e rimpianti, quindi la possibilità di ripristinare il mondo in maniera sci-fi non è da intendersi solo come un tentativo di Shinji per riprovare da capo, ma è anche da vedersi come un tentativo di Shinji per aggiustarsi magicamente. Aggiustare il mondo, che sia attraverso un ripristino passato, presente o futuro, o che sia tramite un universo parallelo, rappresenterebbe il ripristino magico del mondo interiore di Shinji, che in questo modo avrebbe l’occasione per riprovare da capo senza le macerie, ovvero senza gli errori, precedenti.

Hideaki Anno 2020
Hideaki Anno 2020

Ma come si può risolvere questo meta-problema? Se Anno segue una metodologia pro&contro come ha fatto nella serie originale, allora possiamo dire che per poter soddisfare il proprio desiderio di riprovare sarà necessario un prezzo da pagare, ed esso fornirà la meta-soluzione al meta-problema.
Come ho scritto in vari articoli (mitologico, AVANT 1, sequel) secondo me il prezzo da pagare è la perdita delle relazioni e della conoscenza accumulata nel tempo. In questo senso colui che scegliesse di riprovare da capo si ritroverebbe a farlo senza i legami e senza la conoscenza che aveva, tabula rasa. Avete presente il finale del film Inside Out della Disney-Pixar? Dopo aver perso quasi tutto, la protagonista Riley vuole riprovare da capo tornando nel luogo in cui ha vissuto la sua infanzia, tuttavia alla fine decide di non fuggire perché si sente pervasa dalla tristezza per aver lasciato la sua famiglia. Avendo qualcosa di importante da perdere sceglie di non rinunciarvi.
Tuttavia, c’era ancora qualcosa che non mi convinceva del tutto: se una persona non ha stretto legami e non ha accumulato esperienze positive, perché dovrebbe rifiutare la possibilità di cedere al meta-problema riprovando da capo?
Ma poi, complici la vita e le sincronie, ho capito. C’è un’altra cosa che si può perdere, ed è una cosa che vale per tutti indipendentemente dalla condizione presente: gli insegnamenti che errori, rimpianti, colpe e percorsi sbagliati ci forniscono ogni giorno. Non riconoscendoli, non accettandoli e non imparando da essi continueremo sempre a rimuginare su ciò che è stato o non è stato, desiderando di poter riprovare da capo, ma in questo modo non saremo mai liberi, mai autentici e mai limpidi, sia con noi stessi sia con le altre persone.
In definitiva la meta-soluzione che evita il reset intrinsecamente connesso al meta-problema consiste nel mettersi a nudo davanti alla vita, spogliarsi e abbracciare la propria luce e la propria oscurità, i propri pregi e i propri difetti, i propri successi e i propri fallimenti, per riconoscere che ogni cosa che siamo e che abbiamo vissuto, sia positiva sia negativa, porta con sé conoscenza e insegnamenti, ovvero la consapevolezza necessaria per imparare, per evolvere, per cambiare, per evitare di rifare gli stessi errori, per non cadere negli stessi rimpianti, per navigare con più cognizione, più determinazione e più responsabilità nel mare della vita, cosicché anche dinnanzi a bivi e a burrasche saremo più allenati a resistere e ad affrontarli.

Bernard sosteneva che noi siamo come nani sulle spalle dei giganti, così che possiamo vedere un maggior numero di cose e più lontano di loro, tuttavia non per l’acutezza della vista o la possanza del corpo, ma perché sediamo più in alto e ci eleviamo proprio grazie alla grandezza dei giganti.

Paradossalmente, nel presente siamo contemporaneamente nani e giganti, siamo nani nei confronti di un passato verso cui essere riconoscenti, nel bene e nel male, e giganti nei confronti di un futuro verso cui essere autentici e responsabili. Questa, forse, è l’essenza del Rebuild e l’ultima ragione che guiderà Shinji nella sua scelta finale.

Goodbye Evangelion
Goodbye Evangelion

Questo film sarà veramente clamoroso, un vero e proprio cerchio che abbraccerà la vita, le passioni e il percorso artistico di Anno. Un finale che aprirà la porta a un nuovo inizio, per Shinji, per Anno e per tutti i fan.

Sono contento di essere riuscito a pubblicare questo articolo entro la fine del 2020, in modo tale da chiudere un cerchio iniziato l’anno scorso e prepararmi ad accogliere il 2021 con un sorriso sereno. Fino a quando non avrò visto l’ultimo film questo sarà anche l’ultimo articolo sul sito, quindi per il momento ci salutiamo. Auguri a tutti & alla prossima!