Il Rebuild of Evangelion (non) è un sequel [2/2]

Se nella prima parte di questo doppio articolo abbiamo visto che vari misteri della tetralogia si possono spiegare semplicemente facendo riferimento al Second Impact senza ricorrere alla teoria del sequel, in questa seconda parte andiamo a esplorare i pro e i contro di varie ipotesi teoriche che prevedono che nel Rebuild ci sia una ripetizione degli eventi.

Il sogno di Hideaki Anno

Partiamo dalla traduzione di alcune vecchie ma interessanti dichiarazioni di Toshimichi Otsuki, un produttore che lavora per la King Records e che nei primi anni Novanta aveva suggerito a Hideaki Anno di fare una nuova serie d’animazione, che poi risulterà essere Neon Genesis Evangelion. Le dichiarazioni sono del 2006 e riguardano il Rebuild of Evangelion.

OTSUKI: Non intendiamo confondere le persone con un finale metanarrativo come quello della serie TV, né faremo un’assurda fine del mondo come quella della versione cinematografica [The End of Evangelion]. Orientato verso l’intrattenimento, il finale [del Rebuild] sarà vicino all’idea del progetto iniziale. Volevo farlo da sempre, e alla fine il regista ci ha pensato.
(Settembre 2006)

INTERVISTATORE : Penso che quello che molti fan si aspettano da te e dal regista Anno sia un “Eva 2°” e non un “remake di Eva”.
OTSUKI: Questo è spesso frainteso, ma è vero che in questi dodici anni non c’è stata nemmeno una volta in cui ho detto ad Anno “facciamo un sequel di Eva”.[…] Tuttavia, alla fine ho ricevuto le seguenti parole da Anno “voglio innanzitutto costruire le fondamenta per creare il prossimo Eva.”
[…]
Se dico troppo sarà uno spoiler (ride). Per via della situazione della società a quel tempo, per via dei problemi interiori di Anno, e soprattutto per via della conclusione rovinosa della versione cinematografica [The End of Evangelion], in cui il mondo è distrutto e Shinji e Asuka sono gli unici sopravvissuti, non era possibile continuare l’Eva di dodici anni fa. Tuttavia, con il passare di questi dodici anni e con la svolta di una nuova era, Anno ha sistemato le cose dentro di sé. I nuovi film dovrebbero essere, in un certo senso, Eva con un lieto fine, o se dovessi esprimerlo in una sola frase, una storia che porta alla speranza.
[…]
Anno dice che vuole rendere Eva come Gundam in “buon senso”. Dopotutto, nonostante nei tokusatsu ci siano classici come Kamen Rider e Ultraman che sovrastano tutto il resto, nel mondo degli anime c’è solo Gundam. Per questo motivo, attraverso questi film, vogliamo rendere Eva un nuovo classico per il mondo degli anime. Anche lo studio di produzione non è GAINAX. Faremo i nuovi film grazie a una nuova compagnia, Studio Khara.
(Novembre 2006)

Questa intervista è molto interessante perché ci dice molte cose: innazitutto il Rebuild non è stato pensato per essere un remake o un sequel della serie originale, in secondo luogo che questa nuova storia è concepita per avere un nuovo finale che porterà speranza. Inoltre le parole di Otsuki confermano un intento che Anno ha più volte ribadito nel tempo. Nel 2007 in una lunga intervista contenuta nei Complete Record Collection di Evangelion:1.0 Anno ha spiegato il motivo principale per cui è tornato su Eva e l’obiettivo che idealmente sogna di raggiungere con la tetralogia.

ANNO: Quando è stata la prima volta… Forse è verso ottobre 2005 che ho deciso di fare la Nuova Versione Cinematografica… La data dei primi appunti è il 10 novembre.

INTERVISTATORE: Cosa avevi scritto nel memorandum?
ANNO: Avevo scritto molte cose, ma la cosa principale era puntare a una “Gundamizzazione di Eva” o renderlo un classico. Una di queste cose era realizzare una nuova serie con un titolo tipo Evangelion parte 2… Il mio ideale era G Evangelion.

INTERVISTATORE: Significa un’opera che rovescia alla base il concetto di Eva, come il vecchio G Gundam? […] Quello che avevi scritto era un concetto di affari anziché il contenuto dell’opera…
ANNO: Penso al futuro dell’industria dell’animazione anziché agli affari. Odio chiamare gli anime “contenuti”. Però quando penso agli affari questa parola,”contenuto”, è meno fraintesa di “prodotto” e quindi la uso.
Per quanto riguarda i lavori per i bambini, penso che sia positiva la presenza di molti contenuti come Doraemon, Pokémon, Crayon Shinchan, e così via. Sono prodotti che vengono costantemente aggiornati. Penso che questa linea continuerà perché ci sono molti lavori che vanno avanti da più di 10 anni e probabilmente saranno buoni anche in futuro. Ma quando ho pensato all’animazione che intendo io… sono preoccupato che ora ci sia solo Gundam.
Anche gli anime Ghibli sono popolari, ma i sentimenti e le impressioni sono simili a Disney, anche se ci sono differenze. […] Oltre a Gundam non ci sono così tanti anime popolari che possono essere collocati sulla scrivania al lavoro. Pertanto, vorrei vedere più contenuti oltre a Gundam in grado di supportare l’industria dell’animazione in una categoria diversa da Ghibli. Questa è una delle grandi motivazioni. E sento che Eva è una linea che può essere posizionata sulla scrivania all’ultimo minuto.

L’intervista parla da sola, l’intenzione iniziale di Anno era quella di rendere Evangelion un’opera importante per l’industria dell’animazione, in modo tale da raggiungere il grande pubblico, e non solo gli otaku, proprio come riesce a fare Gundam. In particolare G Gundam non è un sequel dell’opera di Yoshiyuki Tomino, ma è una storia ambientata in un’altra linea temporale dello stesso omniverso del franchise, quindi anche per Evangelion è probabile che Anno abbia pensato a qualcosa del genere.

Hideaki Anno al decimo anniversario dello Studio Khara (2016)
Hideaki Anno al decimo anniversario dello Studio Khara (2016)

A quasi dieci da queste dichiarazioni, in una intervista del 2016 Anno ha ribadito gli stessi concetti, indice del fatto che sono la meta ideale che desidera raggiungere con il Rebuild.

ANNO: Stiamo facendo progressi concreti con Shin Evangelion. Mi dispiace di aver fatto aspettare così tanto i fan. Spero di avere il tempo di farlo adesso. Una volta concluso, spero che altri creativi facciano altri Eva. Ovviamente, poiché voglio che siano opere interessanti, non saranno prive di condizioni specifiche, ma non le limiterò a ciò che le mie opere hanno stabilito. Proprio come Gundam, che continua a sostenere costantemente il mondo dell’animazione, Eva può diventare un nuovo pilastro. Dopotutto, questo è lo scopo che mi ha spinto a fare le nuove versioni cinematografiche. Voglio mantenere questo pilastro, in modo che sostenga il mondo dell’animazione. Più pilastri ci sono, migliore sarà l’ambiente, non è vero? È così che la vedo io. Piuttosto che per la mia compagnia [Khara], faccio questo per il benessere dell’industria dell’animazione. Gundam può essere apprezzato attraverso vari lavori, e sarebbe bello se Eva potesse svilupparsi allo stesso modo. Penso che la presenza di una varietà di opere diverse sia la cosa migliore. […] Penso che l’industria dell’animazione si svilupperà lungo tre strade: opere rivolte ai bambini, opere per maniaci [maniakku: persone che hanno una forte passione, ma non ossessiva come quella degli otaku] e opere di intrattenimento rivolte al pubblico più ampio possibile. Eva è un’opera la cui storia dedicata ai maniaci ha riscontrato un grande successo, e questa è la strada su cui puntiamo noi della Khara. Quando le opere sono rivolte ai bambini, si ritiene che debbano essere prodotte in serie come in una fabbrica. Ma non voglio che Khara sia come una fabbrica, bensì voglio che sia come un laboratorio in cui gli artigiani realizzano meticolosamente delle opere. Siamo abbastanza fortunati da avere numerosi registi e artigiani, e penso che faremo i nostri anime uno per uno con i nostri mezzi. […] Ad ogni modo, voglio continuare a creare delle opere di alta qualità, in modo tale che diano una reputazione alle competenze della nostra azienda.

Per Anno il Rebuild trasporta un vero e proprio sogno da realizzare, ed è senza dubbio un punto fondamentale del percorso artistico e del percorso di vita del regista. Questo lo si capisce anche dal corto animato realizzato nel 2016, in occasione del decimo anniversario dello Studio Khara.

Il corto racconta la storia dello studio, dalla fondazione avvenuta nel 2006 fino all’inizio dei lavori per realizzare Shin Evangelion. Il riferimento al daikon, tipico ravanello bianco giapponese, non è casuale, ma nasconde vari segreti interessanti.
Innanzitutto è una citazione al racconto popolare russo La rapa gigante scritto da Aleksandr Afanasyev nell’Ottocento, in cui un contadino pianta una rapa, che poi cresce e diventa così grande da non riuscire a tirarla su da solo. Solo dopo che la moglie, la nipote, il cane, il gatto e il topo lo aiutano, la rapa gigante viene finalmente fuori dal terreno. La morale di questa storia è la collaborazione: se tutti lavoriamo insieme, possiamo fare qualsiasi cosa. Il corto dello Studio Khara mostra proprio questo, è solo grazie alla collaborazione di tutti che i film del Rebuild hanno visto la luce.

Illustrazione del racconto La rapa gigante, in una edizione giapponese. Solo grazie alla collaborazione di tutti è possibile realizzare qualcosa.
Illustrazione del racconto La rapa gigante, in una edizione giapponese. Solo grazie alla collaborazione di tutti è possibile realizzare qualcosa.

Il daikon è stato inoltre usato dal giovane Anno insieme ad altri amici negli anni Ottanta, quando poco più che ventenne, in occasione dei festival della fantascienza giapponese DAICON III e DAICON IV ospitati a Osaka, fece le sue prime esperienze nel campo dell’animazione partecipando alla realizzazione dei corti introduttivi delle convention. Dunque le rape usate nel corto della Khara strizzano l’occhio anche agli albori della carriera di Anno.

Infine, c’è un ultimo riferimento. Da bambino, Anno partecipò a una recita scolastica basata sulla storia della rapa gigante, vestendo i panni del contadino. Tale racconto è conosciuto in tutto il mondo grazie alle traduzioni e alle molte versioni per bambini che sono state realizzate, ed in Giappone è noto con il titolo おおきなかぶ (Okina kabu), La grande rapa. Dunque questo motivo ricorrente della rapa ha accompagnato il regista lungo la sua vita e il suo percorso artistico, creando così un legame intimo tra vari periodi temporali: l’infanzia, quando Anno iniziò a guardare i cartoni animati in TV, la giovinezza, quando entrò nel mondo dell’animazione, e la storia recente, come importante regista giapponese in procinto di realizzare l’ultimo film di Evangelion, il franchise che lo ha reso famoso in tutto il mondo. 

Anno da bambino partecipa alla recita dedicata alla storia della rapa gigante
Anno da bambino che partecipa alla recita dedicata alla storia della rapa gigante

Due grandi misteri

In questa sezione consideriamo le due principali questioni che portano a pensare a una ripetizione degli eventi nel Rebuild: il Near Third Impact e il personaggio di Kaworu.

Il problema del Near Third Impact

Nella prima parte ho scritto che nella clip sul Near Third Impact che si vede sul computer di Ritsuko c’è l’Eva-01 risvegliato, tuttavia non è che si capisca molto, non c’è nemmeno un identificativo, quindi siamo proprio sicuri che è davvero l’Eva-01? Oppure è un altro Eva, ad esempio il Mark.06? Dato che quest’ultimo è nel Terminal Dogma insieme a Lilith, forse la clip ritrae tale mecha. Però se così fosse, perché mai l’equipaggio della Wille e Kaworu non lo avrebbero rivelato a Shinji? Gli hanno forse mentito omettendo alcune parti importanti?
Continuando con queste domande si potrebbero costruire complotti giganteschi arrivando a cose del tipo “Il Wunder è il progenitore di Pen Pen e vuole dominare il mondo insieme ai pinguini dell’acquario” e non ne usciremo mai fuori, inoltre poiché nella scena in cui Kaworu mostra a Shinji il mondo esterno si vede un flashback che mostra l’Eva-01 risvegliato e il vortice del Guf, sembra proprio che le cose siano andate come mostrato in Evangelion: 2.0. Quindi supponiamo che la Wille e Kaworu siano in buona fede e che quello nel computer di Ritsuko sia davvero l’Eva-01.

Near Third Impact
Near Third Impact

I veri problemi sono altri. Com’è possibile che il quartier generale della Nerv abbia subito tutti questi danni? Sparsi un po’ ovunque ci sono mezzi militari e crateri come se ci fosse stata una battaglia, ma quando è avvenuta? Un’ipotesi è che durante il time skip di quattordici anni le Nazioni Unite abbiano deciso di distruggere la Nerv prima che questa facesse altri casini. Però il problema più grande è che in Evangelion: 3.0 l’ambiente è devastato in un modo così esagerato da lasciare più di un dubbio su ciò che è accaduto davvero.
Dopo i titoli di coda di Evangelion: 2.0 Kaworu blocca il Near Third Impact innescato dall’Eva-01 risvegliato, eppure nel terzo film vediamo Lilith decapitata, i Failure of Infinity, il Mark.06 infilzato dalle Lance, una bocca gigantesca sul terreno e perfino la Luna piena di chiazze di sangue e molto più vicina alla Terra. Cosa è successo? Se Kaworu ha fermato l’Eva-01, come fa a essere tutta colpa di Shinji?

La Luna in Evangelion: 3.0
La Luna in Evangelion: 3.0

Kaworu

Come ho già scritto nell’articolo mitologico, un’altra cosa del Rebuild che desta sospetti è il comportamento di Kaworu, o meglio ciò che lui dice in varie occasioni. Riporto anche qui i dialoghi più enigmatici per poterli rileggere in tutta comodità.

Kaworu nel Rebuild
Kaworu nel Rebuild

KAWORU: è ancora il Terzo. Tu non cambi mai. Non vedo l’ora di incontrarti, Shinji Ikari.

Con queste criptiche parole pronunciate alla fine di Evangelion: 1.0 Kaworu ci mette la pulce nell’orecchio. Come fa a conoscere Shinji? Forse si sono già incontrati?

Nel finale di Evangelion: 2.0 Kaworu fa la sua entrata a effetto e non manca di pronunciare una battuta enigmatica:

KAWORU: L’ora promessa è giunta, Shinji Ikari. Almeno questa volta… riuscirò a renderti felice.

A quanto pare c’è sotto qualcosa, confidando che Kaworu non abbia le traveggole è chiaro che ha già incontrato Shinji, tuttavia pare proprio che in precedenza non sia riuscito a renderlo felice. Cosa avrà sbagliato? Ma soprattutto quando e dove è avvenuto tale incontro?

In Evangelion: 3.0 Kaworu è finalmente presente ma Anno continua a mantenere un basso profilo e non si sbottona troppo con le informazioni, o meglio, magari le informazioni ci sono, solo che in mancanza dell’ultimo film è come se mancasse l’ultimo pezzo che permette la corretta interpretazione del puzzle nel suo complesso, quindi è difficile sbilanciarsi troppo.

KAWORU: Anche se spariranno le anime, i desideri e le maledizioni sopravviveranno. Le volontà si spargeranno come informazioni nel mondo, e lo cambieranno. Un giorno finiranno col riscrivere se stesse. […] Ci rivedremo, Shinji.

Nel terzo film Kaworu non riesce a rendere felice Shinji, quindi o ha fallito di nuovo oppure gli eventi che ci vengono mostrati fanno parte di un “incontro precedente”, qualsiasi cosa questo significhi.

Come se questi dialoghi non fossero già abbastanza enigmatici, nel trailer di Shin Evangelion compare anche un fotogramma con Kaworu. Non sappiamo cosa significhi, se sia un incontro fisico, un flashback, un pensiero, un sogno, un qualcosa di metafisico o chissà cos’altro, sappiamo solo che Kaworu comparirà anche nell’ultimo film. Considerando le sue ultime parole in Evangelion: 3.0, quel «ci rivedremo» detto in punto di morte, c’era da aspettarselo che l’avremmo rivisto, ed infatti eccolo qui.

Kaworu nel trailer di Shin Evangelion
Kaworu nel trailer di Shin Evangelion

Inoltre, nel booklet Evangelion Q Records Collection il doppiatore di Kaworu, Akira Ishida, ha svelato alcuni retroscena molto interessanti, di cui vediamo un estratto particolarmente intrigante. Se siete curiosi di leggere l’intervista completa in italiano potete trovarla su Dummy System.

AKIRA ISHIDA: Sapevo che questa volta il mondo era diverso, ed ero preoccupato di come renderlo al meglio attraverso il mio approccio con Shinji Ikari, in modo tale che tutti lo capissero. È stato un grande ostacolo. Stavo pensando a come gestirlo sin dall’inizio. Come sarebbe stato Kaworu Nagisa dopo aver accumulato diversi cicli del suo passato?

Ishida dice che Kaworu ha accumulato diversi cicli del proprio passato, cosa che potrebbe leggersi sia in riferimento a Neon Genesis Evangelion sia in riferimento all’idea che l’Angelo abbia in qualche modo vissuto più volte alcune situazioni nel mondo del Rebuild, qualsiasi cosa questo significhi.
Per concludere è necessario citare una frase estratta dai Complete Record Collection di Evangelion: 1.0 a proposito della scena finale di Kaworu sulla Luna:

ヲルの周辺は同じカヲルの棺だらけ。

Tutt’intorno a Kaworu è ricoperto dalle stesse bare di Kaworu.

In originale la frase è volutamente ambigua perché può significare sia che le bare sono come quella di Kaworu dal punto di vista esterno, sia che le bare contengono altri Kaworu.

Scenari possibili

A valle di tutti questi elementi è giunto il momento di proporre delle opzioni di risposta, che più o meno conoscerete tutti, e vedere quali sono le caratteristiche principali di ognuna, nonché i pro e i contro.

TIME SKIP EVENT

Sintesi
In questo caso i tre film del Rebuild sono in ordine cronologico, Kaworu ha bloccato il Near Third Impact con la lancia di Cassius in Evangelion: 2.0, ma poi, durante il time skip si è verificato un evento X e l’Impact è ripartito causando i danni che vediamo in Evangelion: 3.0. Se l’evento X si è verificato dopo il blocco dell’Impact, che colpa ne ha Shinji?

L’Eva-01 trafitto dalla lancia di Cassius. Cosa è successo durante il time skip?
L’Eva-01 trafitto dalla lancia di Cassius. Cosa è successo durante il time skip?

Evangelion: 3.0 è costruito in modo tale da farci immedesimare soprattutto nella visione delle cose di Shinji, in modo che vedendo come viene trattato dalla Wille e vedendo i danni dell’Impact di cui viene considerato l’innesco, noi cadiamo nello stesso smarrimento del protagonista. Siamo condotti a considerare come paradossale il legame tra il finale di Evangelion: 2.0, con il Near Third Impact bloccato, e i danni mostrati in Evangelion: 3.0, perché ignoriamo tutto ciò che è accaduto durante il time skip, e di cose ne sono accadute veramente molte (troppe)! Per questo la gigantesca colpa che ricade su Shinji risulta strana. Eppure è possibile inquadrare le cose in un modo tale da comprendere meglio cosa intende Kaworu quando rivela a Shinji che «a innescare tutto sei stato tu».

KAWORU: sono le conseguenze del Third Impact, avvenuto mentre tu eri assimilato all’Unità-01. […] Ascolta Shinji Ikari, l’Unità Eva-01 una volta risvegliata ha aperto la camera del Guf e ha agito da trigger per realizzare il Third Impact. L’evento che i Lilin chiamano Near Third Impact. E a innescare tutto sei stato tu.
Nella seconda battuta Kaworu parla degli eventi accaduti in Evangelion: 2.0 e spiega a Shinji che quell’evento, innescato dal protagonista e bloccato dalla lancia di Cassius, viene chiamato Near Third Impact. Nella prima battuta invece Kaworu parla di un evento successivo, avvenuto mentre Shinji era sigillato nell’Eva-01. Tale evento, denominato Third Impact, è direttamente responsabile dello stato disastroso in cui si trova il mondo circostante. Abbiamo quindi a che fare con due eventi differenti, e l’unico elemento che sembra legarli è l’Eva-01.
Quindi proprio come accade all’inizio di Evangelion: 3.0, in cui per alcuni secondi Shinji risveglia emotivamente l’Eva-01 in orbita, possiamo ipotizzare che l’evento X accaduto durante il time skip sia avvenuto in un modo equiparabile. Durante una furiosa battaglia alla Nerv che ha visto coinvolti l’undicesimo Angelo, gli Eva, il Mark.06 della Seele contaminato dal dodicesimo Angelo, Lilith, e forse anche le Nazioni Unite e una Wille in erba, la coscienza di Shinji potrebbe aver riattivato inconsciamente e momentaneamente l’Eva-01 per porre fine a tutto ciò, provocando la riapertura del Guf e la ripartenza dell’Impact. In quest’ottica l’Impact sarebbe ricominciato dal punto in cui era stato interrotto, e solo dopo la fine del disastro l’Eva-01 sarebbe stato sigillato definitivamente nel tesseratto ed esiliato nello spazio.
Sia come sia, ciò spiegherebbe i danni dell’Impact e ridimensionerebbe anche la colpa di Shinji: è vero che lui è stato l’innesco del Near Third Impact, però la colpa per il Third Impact non è solo sua perché il secondo risveglio non è stato causato in modo cosciente. Il problema è che in Evangelion: 3.0 Shinji si è subito arreso di fronte alle accuse della Wille, ed è fuggito via senza chiedere ulteriori spiegazioni. Forse mancano ancora delle informazioni che ci aiutino a capire meglio la vicenda.

Shinji e le sue colpe in Evangelion: 3.0
Shinji e le sue colpe in Evangelion: 3.0

Pro
Il principale vantaggio di quest’opzione è che può potenzialmente spiegare in modo semplice perché Shinji viene considerato l’innesco del Near Third Impact, e perché i danni del successivo Third Impact sono così eccessivi. Approfondendo i dettagli si potrebbero anche delineare alcune speculazioni sugli obiettivi delle forze in gioco e sull’andamento degli eventi, ma non è una questione che m’interessa trattare.

Contro
Gli svantaggi di quest’opzione sono ben più importanti e sono principalmente due. In primis in Evangelion:3.0 non si parla esplicitamente di un secondo risveglio di Shinji durante il time skip, bensì viene fatto intendere che quello che è accaduto in orbita sia stato l’unico risveglio da quando Shinji aveva salvato Rei contro il decimo Angelo. Tuttavia la spiegazione da me proposta in questo paragrafo non è l’unica possibile. Possiamo infatti supporre che l’evento X che ha connesso il Near Third Impact al successivo Third Impact non sia stato causato direttamente da Shinji, bensì sia stato provocato da qualcun altro, ad esempio Gendo. Ciò può essere avvenuto in almeno due modi, uno prevede l’uso dell’Eva-01, ad esempio estraendo la lancia di Cassius dal mecha possiamo ipotizzare che l’Impact sia ripartito, l’altro non prevede l’uso dell’Eva-01, ad esempio possiamo supporre che un Impact bloccato si possa riattivare in altri modi. In entrambi i casi la colpa di Shinji non sarebbe totale, ma ancora una volta sarebbe circoscritta all’aver innescato il Near Third Impact.
Il secondo problema dell’opzione del time skip event, ben più difficile da risolvere con questo approccio, è che non è in grado di spiegare le enigmatiche parole di Kaworu e le rivelazioni di Akira Ishida. Ma allora quand’è che Kaworu ha incontrato Shinji?

LOOP

Loop significa cappio, quindi una linea chiusa in cui l’inizio e la fine sono uniti. In informatica si parla di loop quando un insieme di istruzioni viene ripetuto fino a quando non viene soddisfatta una certa condizione, e nel linguaggio comune si può usare la parola “loop” per indicare un ciclo di pensieri e comportamenti che si ripetono, e.g. l’ascoltare una stessa canzone più volte di seguito, non riuscire a fare una certa cosa, ripetere più volte uno stesso errore, e così via. Dal punto di vista psicologico possiamo riscontrare il loop nel concetto di coazione a ripetere, cioè la tendenza irrefrenabile e del tutto inconscia a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze.
Nel seguito vedremo come il loop si presta a descrivere il mistero del Rebuild, attraverso due tipologie diverse che si distinguono per il livello in cui si verifica il ciclo chiuso. 

KARMALOOP: ripetizioni temporali in avanti

Karmaloop
Karmaloop

Secondo l’Induismo e il Buddhismo ogni essere senziente che agisce con un fine, positivo o negativo che sia, rimane intrappolato nel Samsara, il ciclo di nascita, morte e rinascita, poiché ogni azione compiuta durante la propria esistenza determina un bagaglio spirituale che prima o poi deve essere estinto dal soggetto. Partendo da questo riferimento, preso come spunto per dare un nome all’opzione in esame, possiamo definire due tipologie di cicli karmici: quello locale e quello globale. In entrambi i casi un soggetto si trova a rivivere più volte esperienze simili, andando dal passato al futuro. In questo caso il loop, cioè il ciclo chiuso, si trova a livello psicologico ed esistenziale, determinato da un insieme di pensieri e comportamenti che il soggetto tende a ripetere senza riuscire a uscirne, o perché non se ne rende conto, o perché anche se ne è consapevole non riesce a cambiare queste abitudini.

Ripetizioni temporali in avanti locali

Sintesi
Per risolvere le lacune dell’opzione precedente, cioè le misteriose parole di Kaworu e del suo doppiatore, possiamo ampliare lo scenario prendendo spunto dalla storia delle civiltà. Così come sulla Terra si sono succeduti vari popoli durante le epoche, ad esempio i Babilonesi, gli Egizi, i Greci, i Persiani, i Romani e così via, analogamente nel Rebuild, seguendo le parole che Gendo riserva alla Seele in Evangelion:3.0, ci sarebbero state almeno due grandi razze che hanno popolato la Terra: la “razza antica” e l’umanità. Le sette anime della Seele trasmigrate nei monoliti per evitare la morte sarebbero quelle degli ultimi rappresentanti della razza antica, e avrebbero aiutato l’umanità a evolvere grazie alla civilizzazione e al progresso.
Inizialmente, tale idea della ripetizione storica delle civiltà l’avevo presentata nel primo articolo sul Rebuild pensando che in Nausicaä della Valle del vento, in Nadia – Il mistero della pietra azzurra e nell’Evangelion Proposal ci sono delle idee analoghe. In seguito, per via della Chiave di Nabucodonosor, avevo mostrato nell’articolo mitologico che nella Bibbia c’è una statua dedicata a Nabucodonosor e che ogni metallo di cui questa è composta corrisponde a una civiltà diversa. Dunque, i punti di riferimento alla base di questa speculazione sono piuttosto robusti e in accordo sia con le parole di Gendo, sia con la considerazione di Kaworu sulle estinzioni di massa.
Seguendo questo scenario ci sono almeno due modi per spiegare i misteriosi cicli passati a cui fa riferimento il doppiatore di Kaworu, ed entrambi fanno capo allo stesso escamotage: la rinascita delle anime dopo la morte del corpo. Nell’articolo sui Children abbiamo visto che uno spunto significativo per il risveglio di Shinji e dell’unità Eva-01 è il risveglio del Buddha, e nell’articolo di Distopia sulla spiritualità e nel mio articolo mitologico abbiamo mostrato che il ciclo di nascita, morte e rinascita tipico delle religioni orientali, quali Induismo e Buddhismo, è un riferimento che ben si sposa con le parole di Kaworu.

Ciclo di nascita, morte e rinascita dell'Induismo e del Buddhismo
Ciclo di nascita, morte e rinascita dell’Induismo e del Buddhismo

In definitiva possiamo pensare ad almeno due possibilità.
La prima è che nel mondo del Rebuild ogni essere umano vive sulla Terra in una certa epoca e in una certa civiltà, poi muore e rinasce in una nuova epoca e in una nuova civiltà. In quest’ottica Shinji e Kaworu potrebbero essersi conosciuti nel corso di varie epoche, ma solo Kaworu avrebbe mantenuto questi ricordi.
La seconda possibilità si può trovare unendo alcuni elementi che ho inserito nell’articolo mitologico e in quello sui Children. Se Anno ha preso spunto dalla mitologia di William Blake, allora nel background del Rebuild potrebbe esserci un essere primigenio la cui anima ha subito poi delle partizioni, proprio come l’Albione descritto da Blake che si è suddiviso nei quattro Zoa. In tal caso se Shinji dovesse avere l’anima di uno degli Adams, che sia insieme alla sua (tipo Harry Potter e l’Horcrux di Voldemort) o che sia proprio la sua, e analogamente Kaworu, allora ciò a cui quest’ultimo fa riferimento quando dice di voler rendere Shinji felice è proprio il ritorno all’armonia nell’essere primigenio. In questo modo Kaworu avrebbe già incontrato Shinji nel senso che era insieme a lui come anima nell’essere primigenio. Una speculazione teorica molto sviluppata in questa direzione è stata elaborata da Reichu di Evageeks: teoria dei Children e teoria del ciclo.

Pro
L’opzione delle ripetizioni in avanti locali ha diversi vantaggi, infatti se usata insieme al time skip event è in grado di spiegare sia il Third Impact sia le enigmatiche parole di Kaworu. In particolare risulta interessante dal punto di vista metaforico, poiché permette di definire un importante messaggio metatestuale: nel tempo si può cadere più volte in pensieri, comportamenti ed errori dello stesso tipo senza imparare la lezione. Ciò significa tenere conto anche del tentativo di ripetere volontariamente esperienze simili, per provare e riprovare a fare le cose meglio rispetto alle volte precedenti. Pensate a un pittore che dipinge un quadro e lo sbaglia, o magari non gli piace il risultato ottenuto. Ebbene, può prendere una nuova tela e riprovare a rifare il disegno fino a quando ritiene di aver ottenuto un risultato soddisfacente.

Contro
I punti oscuri di questa possibilità sono principalmente due.
Il primo luogo, potrebbe esserci una contraddizione con Evangelion: 3.0 nell’ipotesi in cui Shinji e Kaworu si siano incontrati più volte durante le varie epoche. Infatti nel terzo film Kaworu afferma di essere il primo Angelo, e quindi com’è stato possibile l’incontro con Shinji? Poiché Lilith sia nel Rebuild sia in Neon Genesis Evangelion è la fonte di vita dell’umanità, anche per il primo Angelo Adam/Kaworu della tetralogia dovrebbe continuare a valere il ruolo di fonte di vita degli Angeli come nella serie TV. Quindi affinché Kaworu abbia incontrato Shinji più volte, è necessario che la stessa fonte di vita rinasca nel tempo. E non sembra una cosa molto sensata. Inoltre se anche gli Angeli avessero la possibilità di rinascere nel tempo, significherebbe che l’umanità si è trovata di fronte a questi nemici più volte, e di conseguenza per evitare l’estinzione sarebbe stato necessario sviluppare più volte nella storia delle armi tecnologicamente avanzate per combattere questi esseri.
Viceversa l’ipotesi di Reichu non soffre di questo problema, poiché Shinji e Kaworu non si sarebbero incontrati tante volte nella storia, semplicemente erano entrambi parte dell’entità primigenia. Il problema è che ciò va in contrasto con la dichiarazione di Akira Ishida, secondo cui Kaworu ha accumulato diversi cicli passati. Inoltre dal punto di vista contenutistico saremmo di nuovo nei dintorni di The End of Evangelion, poiché l’essere primigenio con le anime unificate ricorda il Mare di LCL a cui Lilith riconduce l’umanità. Anno sta facendo di nuovo una cosa simile?
In secondo luogo, un altro punto oscuro riguarda i personaggi relativi a queste epoche passate. Altri Shinji, altre Asuka, altre Misato e così via, di cui fondamentalmente non sappiamo nulla, se non che sono esistiti nel mondo del Rebuild e hanno vissuto facendo cose positive ed errori. Se dal punto di vista metatestuale quest’idea aggiunge a Evangelion la tematica degli errori che si ripetono nel tempo, nella vita delle persone e nelle epoche, c’è da dire che tutto ciò rischia di rimanere nascosto nel retroscena se l’ultimo film non approfondirà in modo esplicito tutto ciò, dando allo spettatore qualcosa di più concreto di una frase o una sensazione.

Ripetizioni temporali in avanti globali

Sintesi
Quest’opzione generalizza le ripetizioni in avanti a una scala temporale più vasta, il ciclo di nascita, morte e rinascita si estende dal livello locale al livello globale. Un esempio concreto di questo caso è il finale del manga di Evangelion realizzato da Yoshiyuki Sadamoto, in quanto il mondo con la neve dell’ultimo capitolo succede, dopo chissà quanto tempo, al mondo precedente in cui l’umanità era stata cancellata dal Third Impact.

Shinji nella copertina del volume finale del manga
Shinji nella copertina del volume finale del manga

In altre parole, non sono più solo le persone e le civiltà a ripetersi nel tempo, ma è l’intera storia umana che termina e ricomincia più volte. Nel caso estremo la nuova ripetizione in avanti deve proprio ricominciare dall’ABC, ovvero dalla rinascita di batteri, piante e così via, fino agli ominidi e alla civiltà che pian piano evolve. In questo senso, possiamo anche pensare che la “razza antica” della Seele provenga da un’umanità di una ripetizione globale precedente.
L’evento di chiusura e ripartenza potrebbe essere sia naturale (un meteorite) sia artificiale. In quest’ultimo caso possiamo pensare che un rituale come l’Impact possa causare l’estinzione dell’umanità permettendo al contempo la sua rinascita in una nuova ripetizione, che in caso estremo potrebbe perfino essere una copia della precedente, cioè potrebbe culminare nuovamente negli eventi narrati in Evangelion, dalla lotta tra esseri umani e Angeli fino al Progetto per il Perfezionamento.

Pro
L’opzione delle ripetizioni in avanti globali ha gli stessi vantaggi dell’opzione locale, poiché è in grado di spiegare sia il Third Impact sia le enigmatiche parole di Kaworu. Oltre all’opzione del time skip event, un altro modo per spiegare i danni del Third Impact si ottiene escludendo la scena dopo i titoli di coda di Evangelion: 2.0. In questo caso i primi tre film del Rebuild sarebbero in ordine cronologico e apparterrebbero alla stessa ripetizione temporale, mentre la scena in cui Kaworu blocca l’Eva-01 apparterrebbe a una ripetizione successiva, che magari vedremo in Shin Evangelion. In quest’ottica Kaworu non ha bloccato l’Impact in tempo in Evangelion: 2.0, e quindi i danni mostrati nel terzo film potrebbero trovare una qualche giustificazione anche senza dover ricorrere al time skip event.
Un ulteriore aspetto da evidenziare è che mentre il ciclo di nascita, morte e rinascita nel caso locale è per lo più aleatorio e naturale, nel caso globale estremo il culmine rappresentato dall’Impact potrebbe dare al Rebuild un significato metanarrativo importante: il desiderio di Shinji di creare una ripetizione temporale in avanti come quella in cui ha precedentemente fallito mostra l’ostinazione di riprovare a fare più volte sempre le stesse cose. Il prezzo da pagare potrebbe essere la dimenticanza di ciò che si è imparato nella ripetizione precedente e i legami stretti con le persone. Riprovando di nuovo, senza la conoscenza acquisita dalle esperienze passate, Shinji potrebbe ricadere negli stessi errori, cosa che ritorna con quanto scritto nell’analisi dedicata all’anteprima AVANT 1.
Il terzo punto a favore di questa opzione è che può garantire un collegamento narrativo tra Neon Genesis Evangelion e il Rebuild, in modo che quest’ultimo possa essere un sequel del primo. Il legame può essere più o meno forte a seconda di quanto gli eventi di una ripetizione si ripresentano in quella successiva.

Contro
In questo caso ci sono due punti oscuri importanti.
In primo luogo, la ripetizione globale estrema in cui il mondo viene rigenerato ex-novo in un copia del precedente e in cui la storia alla fine converge comunque nella lotta tra Angeli e Lilin narrata in Evangelion, mi sembra una cosa esagerata, sebbene sia accettabile a livello fantasioso per mettere in scena il messaggio metanarrativo del desiderio di rifare le stesse cose.
In secondo luogo la presenza di molteplici Shinji nelle varie ripetizioni, di cui però potremmo non sapere mai nulla a meno che l’ultimo film non ne parli. Perché inserire tanti Shinji di storie e/o cicli diversi? Un modo per risolvere problema è che uno dei cicli passati sia Neon Genesis Evangelion, e quindi in tal caso conosciamo la storia di Shinji. Viceversa per quanto riguarda Shinji nel Rebuild possiamo supporre che la sua storia sia più o meno simile in tutte le ripetizioni temporali, tranne alcune differenze importanti qua e là che in qualche modo i film cercano di mettere in evidenza, ad esempio tramite i titoli internazionali e gli Impact. In questo senso anche se i primi tre film non fossero relativi alla stessa ripetizione temporale, ad esempio 1.0 e 2.0 appartenenti alla ripetizione X e 3.0 appartenente alla ripetizione Y, gli eventi sarebbero per la maggior parte simili, e quindi Shinji X e Shinji Y sarebbero a grandi linee lo stesso personaggio, tranne per alcune scelte che hanno però portato a delle differenze importanti tra le due ripetizioni. Se così fosse allora Shin Evangelion potrebbe perfino far incontrare due Shinji in un luogo al di là del tempo, con lo scopo di mostrare lo stesso personaggio che aiuta un’altra versione di sé, dando quindi vita a un messaggio per gli spettatori in cui ognuno deve cercare di imparare ad aiutare se stesso.

TIMELOOP: ripetizioni temporali all’indietro

Sintesi
Per evitare la ripetizione in avanti mediante creazione ex novo possiamo ricorrere alle ripetizioni temporali all’indietro. In questo caso gli eventi si susseguono fino a quando si verifica un avvenimento Y che porta indietro il tempo e fa ripartire la sequenza dall’inizio. Non è quindi necessaria nessuna creazione ex novo, bensì è “sufficiente” resettare il mondo tornando indietro nel tempo per ricominciare da capo. Esempi di opere in cui ci sono ripetizioni all’indietro sono il cartone animato La ragazza che saltava nel tempo diretto da Mamoru Hosoda, il film Ricomincio da capo con Bill Murray, il romanzo Thrice upon a time di James Hogan citato nella recente locandina di Shin Evangelion. Il loop si trova quindi a livello temporale, un ciclo chiuso tra futuro e passato.
Nel Rebuild il mondo e i personaggi potrebbero essere chiusi all’interno di un anello temporale, e continuano a rivivere delle esperienze quasi identiche. Kaworu ne sarebbe consapevole, ed è a questo che si riferiscono tutte le sue battute enigmatiche, nonché le rivelazioni di Ishida sull’accumulo di diversi cicli passati. 
Anche in questo caso per spiegare i danni nel Third Impact possiamo usare l’opzione del time skip event, o quella che esclude la scena di Kaworu dopo i titoli di coda, che questa volta capiterebbe in un ciclo all’indietro successivo e che forse vedremo in Shin Evangelion, in modo che i primi tre film siano in ordine cronologico e Shinji sia sempre lo stesso personaggio, evitando quindi i problemi che emergono considerando due ripetizioni diverse.

Shinji nel Rebuild. C’è un loop temporale?
Shinji nel Rebuild. C’è un loop temporale?

Un’altra questione importante per le ripetizioni all’indietro è quella dei paradossi temporali, che potete leggere nell’articolo mitologico; in breve:
* Paradosso di coerenza: cosa accade al futuro se tornando nel passato Shinji cambia un evento?
* Paradosso di coesistenza: accade quando Shinji del futuro incontra Shinji del passato;
* Paradosso della conoscenza: accade quando la conoscenza acquisita nel futuro arriva nel passato.
Questi paradossi impongono dei limiti alla ripetizione indietro nel tempo, in particolare per evitare il paradosso di coerenza il futuro viene cancellato fino al punto di arrivo nel passato, idem per la conoscenza. Di conseguenza il prezzo da pagare per tornare indietro nel tempo è la distruzione del futuro, con annessa la perdita delle conoscenze acquisite e delle relazioni umane strette. Curiosamente ciò è proprio quello che accade nel romanzo Thrice upon a time citato nella locandina svelata in occasione del posticipo di Shin Evangelion.
A stuzzicare l’idea che la ripetizione temporale sia circolare ci ha pensato in modo intrigante il titolo dell’ultimo film, ovvero Evangelion:||, poiché nel linguaggio musicale il simbolo :|| indica la fine del ritornello e va in coppia con il simbolo ||: di inizio ritornello, e quando si arriva al primo si deve ripetere la parte del brano racchiusa tra i due simboli. Invece le due linee verticali || indicano la fine del brano. Visivamente si ha una vera e propria ripetizione circolare.

Simboli musicali di ripetizione e di fine brano
Simboli musicali di ripetizione e di fine brano

Quale potrebbe essere l’evento che genera il timeloop, cioè quello che riavvolge il tempo all’indietro? E quale potrebbe essere il punto di arrivo nel passato?
Una prima proposta è la teoria del sequel-timeloop, secondo cui la ripetizione è stata causata dal Third Impact di The End of Evangelion e la storia si ripete ciclicamente all’interno di una bolla temporale che poi in Shin Evangelion si romperà facendo convergere gli eventi in un singolo finale, che potrebbe essere quello di The End of Evangelion o uno del tutto nuovo. All’interno della bolla la storia viene resettata fino all’arrivo di Shinji a Neo-Tokyo 3 nel primo episodio e con lo svolgersi della ripetizione si formerebbero delle variazioni che, accumulandosi di volta in volta, renderebbero molto diversi cicli temporali tra loro distanti. In questa direzione potete leggere le considerazioni di Dummy System, Evangelion Italian Fan ed Eva-golden-son.
Una seconda possibilità è che ci sia almeno una spiegazione alternativa di timeloop all’interno del Rebuild. Un’idea che mi è venuta in mente lungo questa direzione è che il timeloop venga causato dal Final Impact in Shin Evangelion, con l’obiettivo di riavvolgere il tempo fino al Second Impact che ha visto coinvolti i quattro Adams. In questo modo lo scopo di Yui, Gendo e Fuyutsuki sarebbe quello di impedire la catastrofe, evitando di conseguenza che il mare blu si inquini di rosso. Per approfondire le motivazioni che mi hanno condotto a elaborare questa possibilità vi rimando all’articolo che ho scritto su AVANT 1. Ovviamente ciò non esclude che ci sia anche un legame con The End of Evangelion, che potrebbe avvenire in altri modi.

Pro
L’opzione della ripetizione all’indietro è molto solida perché riesce a gestire tutti i problemi fin qui incontrati, dal Third Impact alle frasi enigmatiche di Kaworu, e secondo me è anche molto significativa a livello metanarrativo. Non solo viene evidenziata la tematica di riprovare a fare le cose più volte come nell’opzione delle ripetizioni in avanti, ma grazie al viaggio indietro nel tempo viene rappresentato il desiderio di correggere alcuni eventi del passato. È fondamentale avere chiara questa differenza: riprovare una cosa (e.g. un appuntamento) si può fare avanzando nel tempo da un giorno all’altro, ma ciò non cancella ciò che ormai è stato fatto (anche se al secondo tentativo l’appuntamento va bene, non posso cancellare la prima volta e tutto ciò che ne è conseguito), mentre ritornando indietro nel tempo sarebbe possibile correggere l’errore vero e proprio, ed è questo desiderio-tarlo uno dei temi fulcro del Rebuild, almeno secondo me.

Contro
La teoria del sequel-timeloop non mi ha mai convinto del tutto, in primis abbiamo già visto che i presunti indizi a favore del legame tra The End of Evangelion e il Rebuild si possono spiegare anche in modo alternativo, in secondo luogo è lo stesso Anno che facendo il paragone tra il Rebuild e G Gundam mi fa pensare che la tetralogia sarà per lo più indipendente dalla serie originale.
Viceversa, l’ipotesi che collega il Final Impact (fine ripetizione) al Second Impact (inizio ripetizione) mi sembra più robusta, e a priori non mi vengono in mente punti deboli e punti oscuri. Sia narrativamente, in quanto dà senso al piano di Yui, Gendo e Fuyutsuki e dà importanza all’evento a cui fanno capo le principali stranezze presenti nel Rebuild, come il mare rosso, il sangue sulla Luna e i quattro Adams, sia a livello metanarrativo, in quanto la possibilità di poter cancellare gli errori passati aprirebbe la strada a un’interessante riflessione su come rifiutare quest’opportunità. Ma devo ammettere che sono anche un po’ di parte, perché quest’ipotesi mi affascina e mi piacerebbe molto vederla realizzata. Inoltre, un ulteriore punto forte è che questo caso si regge sulle proprie gambe senza dipendere fortemente dalla serie originale come accade invece per il sequel-timeloop, e quindi è in accordo, almeno in prima battuta, con le dichiarazioni di Anno.

MULTIVERSO

Sintesi
In questo caso nel Rebuild ci sarebbero degli universi paralleli creabili o già esistenti a cui sarebbe possibile accedere in qualche modo, probabilmente tramite gli Impact. Su Distopia Evangelion trovate un articolo su questo argomento.

Pro
Le frasi di Kaworu sarebbero sensate perché si riferirebbero a vite vissute in universi paralleli, e anche qui i danni del Third Impact si potrebbero spiegare grazie al time skip event oppure escludendo la scena di Kaworu dopo i titoli di coda, che stavolta capiterebbe in un universo parallelo e non in un ciclo temporale differente.
In aggiunta a ciò, un altro modo per descrivere i danni del Third Impact è che due o più mondi paralleli si siano generati o sovrapposti quando l’Eva-01 ha aperto il vortice del Guf in Evangelion: 2.0, creando una sorta di frullato multi-cosmico e meta-testuale. Ad esempio possiamo supporre che i primi due film del Rebuild siano appartenenti all’universo A, mentre il terzo film racconterebbe le vicende ambientate nell’universo B, una realtà parallela causata dal Near Third Impact. L’esistenza di universi paralleli darebbe anche un senso narrativo alla duplice lettura dei titoli internazionali, a secondo che si consideri o meno il “NOT”. Però, proprio come nelle opzioni descritte in precedenza, non si capisce bene che senso abbia raccontare la storia di più Shinji, anziché seguire quella di uno solo. Una possibile risposta a questa perplessità si trova sul piano metanarrativo. Poiché si parla di mondi paralleli e/o alternativi, possiamo supporre che questi siano globalmente separati ma al contempo intimamente connessi a causa delle scelte individuali. Ogni volta che l’individuo compie una scelta X la sua vita continua nell’universo X, mentre se compie un’altra scelta la sua vita continua in una dimensione parallela uguale in tutto e per tutto, tranne che per quell’unica scelta diversa. Dal punto di vista fantascientifico ciò si ricollega alla sovrapposizione quantistica e alla teoria dei molti mondi, che ho già analizzato nell’articolo mitologico. Due film che mostrano quello che intendo dire sono Sliding doors e Mr. Nobody. In quest’ottica tramite il multiverso e molteplici Shinji il Rebuild mostrerebbe sul piano metanarrativo come ogni nostra scelta sia importante, perché va a definire la nostra realtà. Nella quotidianità non abbiamo accesso a queste altre realtà, non possiamo cioè dare un’occhiata a come sarebbe stata la nostra vita facendo una scelta al posto di un’altra, ma in un film d’animazione questa fantasia può concretizzarsi dando la possibilità a Shinji e allo spettatore di vedere e riflettere su queste cose.
Inoltre è perfino possibile considerare la teoria del sequel, o quanto meno sarebbe possibile considerare il Rebuild e Neon Genesis Evangelion legati non solo in senso tematico ma anche in senso narrativo poiché potrebbero appartenere a un multiverso condiviso: il mondo della serie TV non sarebbe solo un universo alternativo, ma sarebbe anche un universo parallelo a cui forse è possibile accedere.
La legittimazione della tetralogia cinematografica come opera alla pari della serie originale, farebbe diventare
Eva un omniverso come quello di Gundam, che più autori in futuro potrebbero continuare a riempire con nuove storie, dando costantemente linfa vitale al franchise. Infine, se gli universi fossero anche connessi tra loro si farebbe un ulteriore passo avanti per dare a queste storie un legame più intimo, nonostante le rispettive differenze.

Contro
La solidità di quest’opzione discende dall’esubero di universi paralleli considerabili, di fatto il Final Impact non deve fare altro che aprire il portale per un altro mondo e trascrivere le informazioni dal vecchio pianeta Terra al pianeta Terra parallelo per avviare una nuova possibilità. Tuttavia questa sovrabbondanza tende a essere un po’ il tallone d’Achille dell’opzione del multiverso, infatti rispetto al timeloop, che richiede la cancellazione del futuro per evitare il paradosso di coerenza nel viaggio indietro nel tempo in un’unica timeline, nel caso del multiverso essendoci timeline multiple il paradosso viene evitato e non ci sono altri vincoli particolari da rispettare. Ciò significa che se Shinji volesse riprovare di nuovo, nel caso del timeloop dovrebbe pagare come prezzo la cancellazione del futuro, mentre nel caso del multiverso questo prezzo non sarebbe necessario non essendo richiesta la cancellazione dell’universo di partenza, il che diminuirebbe il senso di responsabilità per il mondo e per le persone intorno a sé. In poche parole potrebbe verificarsi una perdita interiore (conoscenza e relazioni), ma la perdita esterna (reset del futuro come nel timeloop) non sarebbe obbligatoria. Ma ovviamente questa differenza tra le due opzioni è solo in linea di principio, Anno può tranquillamente imporre degli svantaggi importanti anche usando il multiverso.

Shinji nell’episodio 1 della serie TV e nel primo film del Rebuild. C’è un multiverso?
Shinji nell’episodio 1 della serie TV e nel primo film del Rebuild. C’è un multiverso?

OMNIUM: molteplici possibilità

Sintesi
Quest’ultima opzione generalizza le precedenti, riunendole tutte all’intero di un unico quadro concettuale. Prima ancora di delineare lo scenario fittizio e le soluzioni narrative da sfruttare, come il loop e il multiverso, ciò che dobbiamo chiederci è cos’è che guida Anno fin dal principio di questa produzione, qual è l’intenzione principale che esiste fin dall’inizio. Più che questioni di forma e contenuti, i quali si possono definire e aggiornare durante il lavoro creativo, ciò che ha guidato Anno è stato il sogno di rendere Evangelion un classico e un pilastro fondamentale dell’industria dell’animazione giapponese per giovani, alla pari di Gundam. A ciò si aggiunge il concetto di Eva come storia che si ripete, la storia di un protagonista che nonostante viva molte volte le stesse esperienze difficili cerca di andare incontro al suo prossimo. L’idea di un franchise variegato come un multiverso e il tema degli eventi e degli errori che si ripetono, sono dunque presenti a livello concettuale fin dall’inizio. A questo punto la cosa migliore da fare per rendere poderoso sia il messaggio sia l’immaginario, non è quella di separare un’opzione dall’altra privilegiandone una, bensì è quella di riunirle tutte, considerando i lati positivi che ciascuna possiede. Non è forse questo il messaggio del racconto La rapa gigante? La collaborazione di molteplici possibilità per concretizzare un unico, grande, obiettivo.
La ripetizione in avanti è utile per veicolare il concetto dei pensieri e dei comportamenti che si ripresentano con il passare del tempo quando l’individuo non impara dai suoi errori, la ripetizione all’indietro è utile per mostrare il desiderio di cancellare un errore passato, mentre il reset temporale conseguente esplicita il prezzo da pagare, i.e. la perdita delle relazioni, della conoscenza e la distruzione del mondo, infine, il multiverso permette di mettere in scena un “what if” inerente a come sarebbe la vita di una persona se avesse fatto alcune scelte piuttosto che altre, e inoltre permette alle opere dell’intero franchise di Evangelion di avere un legame più intimo e legittimo. La serie TV Neon Genesis Evangelion, il film The End of Evangelion, il manga di Sadamoto, la novel Evangelion Anima di Yasuo Kashihara e Ikuto Yamashita, la nuova versione cinematografica, Rebuild of Evangelion, tutto connesso in un unico grande omniverso narrativo e metanarrativo, un omnium contenente mondi alternativi, mondi paralleli, ripetizioni storiche e globali, cicli karmici, loop temporali e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, secondo me, quest’opzione è quella che si adatta meglio e in modo più significativo al sogno di Anno di rendere Evangelion un pilastro dell’animazione, sia dal punto di vista della forma e del contenuto, sia da quello commerciale.

Molteplici possibilità
Molteplici possibilità

Considerazioni finali

Il cuore di Evangelion è ancora quello di trovare il desiderio, la volontà e il coraggio di fare un passo avanti per comunicare con gli altri. Riuscire a parlare con le persone è fondamentale, anche se si ha paura della loro impressione, del loro giudizio e del confronto che potrebbe scaturire. Ma spesso i personaggi di Evangelion quando parlano o non ascoltano o partecipano in modo tale da rimanere ognuno nel proprio angolino. È doloroso.
Come sarebbe stata la storia di Evangelion se i personaggi fossero stati in grado di parlare ed entrare in empatia con il loro prossimo? Shinji e Gendo, Asuka e Rei, Naoko e Ritsuko… ve li immaginate?
Evangelion è una storia che si ripete e l’obiettivo è sempre quello: la ricerca di sé e dell’altro, la ricerca dell’appoggio altrui e la volontà di ascoltare ed essere d’aiuto per il prossimo, la ricerca di un luogo a cui appartenere e in cui partecipare attivamente.

Rebuild of Evangelion, illustrazione di Takeshi Honda
Rebuild of Evangelion, illustrazione di Takeshi Honda

Il Rebuild è una nuova storia, in generale più leggera e divertente, ma ancora con qualcosa da dire e con buoni spunti di riflessione. Al tema principale, alleggerito rispetto alla drammaticità della serie TV, si aggiungono potenzialmente le varie tematiche metanarrative che abbiamo visto fin qui e che Anno potrebbe affrontare nell’ultimo film.

SHINJI: Ma certo. Anche questo è un Mondo. Una possibilità racchiusa in me. Il mio Io attuale non è il mio Io assoluto. Possono esistere molti me stessi.

Se nella serie originale Shinji scopre nella dinamicità del punto di vista un metodo per affrontare le difficoltà di accettare se stesso e la vita, aprendosi dunque al cambiamento e a molteplici possibilità, nel Rebuild ci potrebbe essere un passo avanti ulteriore che vada a svelare i contro di questo approccio. In effetti, se il lato positivo consiste nell’opportunità di rinnovare nel tempo se stessi, nei pensieri, nei comportamenti, nelle capacità, nelle competenze, negli interessi e nelle relazioni con gli altri, il lato negativo potrebbe rivelarsi quando le molteplici possibilità finiscono per sommergere l’individuo, rendendolo inabile a destreggiarsi in questo esubero di mondi potenziali e perennemente insoddisfatto del proprio stato attuale. In quest’ottica, se in Shin Evangelion Shinji avesse l’opportunità di modificare il passato, di osservare o vivere in mondi paralleli, e perfino di trascendere tutte le possibilità, queste potrebbero essere tutte metafore atte a descrivere l’ossessivo rifiuto del proprio stato attuale nonostante le continue mutazioni che si pensava fossero la panacea assoluta al problema.
A questo punto Shinji potrebbe riconoscere come significativo tutto ciò che in un modo o nell’altro ha sperimentato, vissuto e costruito nel tempo, fino a maturare il desiderio e la volontà di non perdere questo bagaglio di vita: cambiare è importante, ma lo è anche rendersi conto del valore di ciò che si è e di ciò che si ha. In questo connubio tra essere e divenire, tra passato e futuro, si realizzerebbe dunque la definitiva accettazione di sé e del mondo nel presente.

Sarà forse in questo equilibrio che Anno definirà il suo messaggio?

Sebbene una tale risposta si può riscontrare in minima parte anche nella serie TV, quando Shinji rinuncia al Mondo della Libertà accettando i limiti del mondo quotidiano e sussurra che «forse potrebbe riuscire a piacersi», e in The End of Evangelion, quando Shinji rifiuta il sogno in favore della realtà, l’ultimo atto del Rebuild potrebbe ampliare questa tematica con tutta una serie di nuove considerazioni maturate da Anno negli anni. Sarebbe un bel collegamento tematico, un percorso iniziato negli anni Novanta con la serie TV e che dopo un quarto di secolo raggiunge una conclusione più completa maturata continuando a vivere.

Hideaki Anno
Hideaki Anno

Se nella dichiarazione d’intenti che abbiamo visto all’inizio dell’articolo Anno ha detto che è partito dalla base del vecchio Evangelion per sviluppare il Rebuild, nell’estratto seguente il regista ci racconta come sia stato difficile distruggere l’opera originale per costruire una nuova storia.

ANNO: L’Evangelion originale è stato interamente creato dai miei sentimenti schietti e dai miei scritti improvvisati, quindi non è stato completato secondo una teoria. Di conseguenza, ho pensato di convincere altre persone, estranei, ad aiutarmi a distruggerlo, in particolare Tsurumaki. Inoltre, ci sono parti di me che sono diverse rispetto a quel momento. Quindi, ho provato a cambiare [Eva]. È stata una battaglia con il mio cosiddetto io passato, il mio io undici anni fa. Ci è voluta molta forza interiore.

[…]

Con il “flusso” messo insieme, non siamo riusciti a incorporare parti che non coinvolgessero Shinji. Volevo anche incorporare il più possibile una “vividezza per adulti”, ma questa volta ho deciso di correre il rischio di lasciarla fuori. Ho deciso di dare una visione facilmente comprensibile del mondo che mettesse al centro gli studenti delle medie.

[Riferimento inglese su Gwern: The original Evangelion was entirely created]

Lo sforzo per distruggere la base di partenza per dare vita a un’opera nuova ha mostrato i suoi frutti in Evangelion: 2.0 e soprattutto in Evangelion: 3.0, in quanto la rottura con il passato emerge con forza grazie a nuovi personaggi, nuovi misteri, nuovi elementi e una storia dotata di vita propria in grado di reggersi sulle proprie gambe senza dover tenere la mano alla serie TV.
Per il momento non sappiamo se questa tetralogia è un sequel narrativo della vecchia serie o solo tematico, infatti le presunte prove a favore si possono spiegare anche in modi alternativi, coerenti e indipendenti. Tuttavia anche questo non prova nulla in modo definitivo, poiché Anno potrebbe aver pensato a un “doppio livello di sicurezza” e l’ultimo film potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola. Per il momento non siamo sicuri né in un senso né nell’altro, finché Anno non chiude la faccenda, senza confermare o smentire, queste rimangono solo semplici ipotesi.
Un aspetto molto importante che Anno sottolinea è che la sceneggiatura è stata costruita in modo tale da rendere il mondo di Eva comprensibile agli studenti delle medie, mettendo da parte problemi e tematiche più adulte. Se da una parte ciò fa perdere a Evangelion quella complessità peculiare che si respira in alcuni episodi TV, dall’altra noi spettatori dobbiamo ridimensionare l’aspettativa ed evitare di fare il confronto tra due opere che per volontà dell’autore sono diverse a livello di peso contenutistico.
Dunque, forse siamo noi che dobbiamo guardare la tetralogia indossando gli occhiali corretti, cercando di capire lo sforzo creativo e le riflessioni che ci sono dietro. Ma probabilmente, qualsiasi cosa accada, qualche lamentela ci sarà sempre, e a me, francamente, non interessa.

Una cosa però è sicura, per Anno il Rebuild rappresenta un sogno: il desiderio che l’animazione giapponese non sia relegata a opere per bambini e a prodotti per otaku e maniaci, ma abbia un posto di rispetto nella società come un interesse artistico e culturale di cui non ci si debba vergognare. Riuscirà Evangelion a diventare un pilastro dell’animazione giapponese come Gundam? Solo il tempo ce lo dirà.
A questo punto non ci resta che attendere Shin Evangelion con la consapevolezza che Anno ha tutta l’intenzione di fare un grandioso film conclusivo!